Campania Gay Pride a Salerno"E' questa la città dei diritti"

Dopo gli eventi all’ex area Salid, l’orgoglio omosessuale ha abbandonato il "villaggio dei diritti" per inondare Salerno con la parata finale del Campania Pride. In testa al corteo Luxuria e Cecchi Paone

Non solo ragazzi e ragazze, ma anche persone di una certa età, mamme, papà e bambini. Perfino nonne. Tutti in marcia, a cantare, ballare e sfilare. E’ il popolo del SalernoCampania Pride che ieri ha trasformato la città in un «arcobaleno di diritti», per riaffermare quel concetto tanto semplice quanto difficile da far metabolizzare: «Libertà è soprattutto poter amare chi si vuole», come ricorda Alessandro Cecchi Paone, ospite d’eccezione insieme a Vladimir Luxuria.

Cinquemila, secondo gli organizzatori (duemila per la questura), i "corpi" del GayPride 2012 che hanno invaso Salerno con la loro musica, i loro colori, la loro voglia di giustizia. Tanti, in ogni caso, per questa prima volta in città. Gli striscioni chiedono diritti per single e coppie di fatto, dicono basta alle interferenze della Chiesa e all’omofobia. C’è chi non vuole dimenticare la tragedia di Brindisi e lo ribadisce a chiare lettere su un lenzuolo: "Con il cuore a Brindisi, con le gambe al Pride".

Nel frattempo, nell’ex area Salid, in tanti hanno gridato all’unisono "Viva le spose" partecipando in maniera attiva - con tanto di lancio del riso e foto ricordo - ai matrimoni "in rosa" che si sono celebrati simbolicamente nel pomeriggio. Le prime a dire il fatidico "Si" - promettendosi amore, devozione, fede e rispetto - sono state due studentesse, Alessia e Simona, di 22 anni. Invece della fede nuziale un braccialetto di stoffa con la scritta "Just married" ha sancito l’unione "ufficializzata" dal consigliere comunale Emiliano Torre.

Poi è stata la volta di Angelica e Bianca, 24 e 21 anni, e poi anche di Rosa e Rossella, 58 e 53 anni, che, con il loro gesto hanno voluto lanciare un messaggio all’istituzioni affinchè anche in Italia l’amore tra persone dello stesso sesso possa vedere un riconoscimento formale. Suggestiva la cerimonia a cui ha preso parte anche Sergio Cuomo, cugino del governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo che da circa un anno ha introdotto nel suo municipio i matrimoni omosessuali.
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