IL PERSONAGGIO

Campanelle delle città e soldatiniTino Iannuzzi apre le sue tante collezioni

Svelate le passioni di Tino Iannuzzi (foto), parlamentare e segretario regionale del Pd. Nel tempo libero colleziona gadget e gagliardetti del Milan

Sotto l’aplomb del parlamentare puntiglioso e compassato c’è il collezionista che non ti aspetti, che nei suoi 47 anni ha affastellato uno accanto all’altro mille soldatini, centocinquanta campanelle, decine di penne stilografiche e un numero imprecisato di francobolli e monete antiche. Tino Iannuzzi alza il sipario sulla sua collezione, e da ogni oggetto dipana un filo che porta alla memoria un momento o una persona. Ci sono le miniature di indiani e cow boy presi quando era ancora alle elementari, la penna usata dal nonno agli inizi del Novecento e quella del suo maestro di foro amministrativo, Arturo Budetta, che alla sua morte la moglie volle regalargli. C’è, soprattutto, la campana acquistata a San Pietroburgo quando è andato a prendere sua figlia Mary, che adesso ha tre anni e mezzo. «Questa campanella russa, insieme a quella in cristallo che ho voluto come bomboniera del mio matrimonio, è l’oggetto più caro» confessa. Sulle mensole del suo studio ce ne sono più di cento, un virtuale giro del mondo tra mosaici arabi, disegni catalani, matrioske russe e cristalli di Boemia. Un viaggio che inizia da Valle dell’Angelo, il paesino del Cilento di cui è originario e di cui conserva la piccola campana gialla, e prosegue lungo meridiani e paralleli attraversando Egitto e Canada, Anatolia e Paesi Baltici. «Ovunque vado, la ricerca della campanella caratteristica di quel luogo è una tappa obbligata. Sono oggetti che danno l’immagine visiva del Paese che visiti, un simbolismo che racconta molte cose». Più che l’interesse del viaggiatore, a muovere la passione da collezionista è però un altro sentimento più viscerale: «Le campanelle mi danno gioia - spiega - il loro suono armonico mi pare un simbolo di vita, fa venire in mente l’incontro tra le persone, il sorriso».
Così è iniziata la collezione negli anni del liceo, e così è proseguita, coinvolgendo anche gli amici: «Ricordo di ognuna chi me l’ha regalata o dove l’ho presa». E non sono solo ricordi di viaggio. Alcune, in ferro e rame, erano di proprietà del padre; e tra cristalli e ceramiche, spuntano un vecchio campanaccio e il campanello della Camera dei deputati. Ricordo di una vacanza sono invece i diciassette accendini acquistati a Siena, ognuno col simbolo di una contrada. «Questa - indica - è quella che vince sempre».Nelle sue collezioni annovera centinaia di francobolli, piatti di ceramica e acquasantiere scovate un po’ ovunque, e un catalogo dove sono conservate banconote centenarie: dalla carta moneta del Granducato di Toscana e dell’impero austroungarico, fino al "lenzuolo" della cento lire («che ricordo da bambino») e ai disegni della Russia Zarista.
Ma la collezione che occupa più spazio è quella dei soldatini. Mille esemplari, di cui duecento di piombo, risalenti talora agli anni dell’infanzia. Nello studio di Salerno ne conserva alcuni in una bacheca, ma nella casa di famiglia a Valle dell’Angelo ha un intero armadio, con la porta a vetri, dove sono custoditi tutti gli altri. C’è di tutto: dai garibaldini (di cui era amatore Bettino Craxi) a Napoleone, dalla guardia inglese agli eserciti della prima guerra mondiale. Roba da fare invidia alla collezione reale di Luigi XIII, che era in argento ma con non più di trecento esemplari. «Ci sono pezzi che risalgono alla metà degli anni sessanta, cose che ormai non si trovano più». Mai avuta, tuttavia, la tentazione di partecipare a mostre o fiere: «E’ capitato che me lo abbiano chiesto, ma ogni soldatino è un pezzo di me, non mi va di condividerlo e men che mai di scambiarlo.E comunque, non ne avrei il tempo».
L’unico tempo che si ritaglia sempre è quello per seguire il Milan. Tifoso verace, non perde una partita in tv e sale sull’aereo ogni volta che c’è una finale. «Ne ho seguite otto, e in sette abbiamo vinto» racconta orgoglioso davanti a uno spicchio di parete che è una sorta di altarino laico con sciarpe, gagliardetti e giornali. Pazienza se ora la passione calcistica fa un po’ a pugni con quella politica: «Berlusconi - sorride - è un grande presidente del Milan».