Camorra e politica, 55 fermiNell'indagine anche Santocchio

L'inchiesta riguarda vicende di presunte infiltrazioni del clan dei Casalesi. Cinquantacinque fermi in tutta Italia. Indagato anche il presidente della Provincia di Napoli

La magistratura di Napoli ha chiesto alla Camera di autorizzare l'arresto dell'ex sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, deputato Pdl.

L'ordinanza riguarda anche un'altra cinquantina di persone.

L'inchiesta della Dia verte sulla costruzione di un grande centro commerciale nel comune di Casal di Principe. Cosentino è accusato di avere fatto pressioni su funzionari di una agenzia Unicredit di Roma affinchè concedessero un imponente finanziamento a esponenti del clan dei Casalesi per la realizzazione del centro commerciale. Gli inquirenti hanno ricostruito che il finanziamento venne concesso ma successivamente in parte bloccato perchè la documentazione presentata era falsa. Il parlamentare del Pdl avrebbe anche imposto al dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di dare via libera alla concessione per la costruzione del centro in violazione di tutte le norme urbanistiche.

C'è anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, tra gli indagati (ma non per camorra) nell'ambito dell'operazione di Dia e carabinieri contro le infiltrazioni del clan dei Casalesi.

L'indagine sui finanziamenti passa per Salerno. Dopo avere esitato a lungo sulla concessione del maxi-finanziamento per la costruzione del centro commerciale "Il principe", il funzionario di Unicredit cui era stata affidata la pratica, Cristofaro Zara, ricevette la visita di Nicola Cosentino e Luigi Cesaro. I due furono fotografati dalla polizia giudiziaria in via Bari a Roma, dove c'è un'agenzia di Unicredit, mentre si incontrano con lo stesso Zara, con il cognato di quest'ultimo, Mario Santocchio, ex capogruppo di Forza Italia al Comune di Scafati ed attuale presidente del Cstp, ed altre persone. A quel punto la concessione del credito si sbloccò, nonostante la fidejussione offerta dagli imprenditori interessati alla costruzione del centro commerciale, legati al clan dei casalesi, fosse palesemente falsa.
Scrive il gip: "Le intercettazioni hanno rivelato che per l'acquisto dei terreni su cui costruire il centro commerciale, Nicola Di Caterino si è avvalso di affidamenti bancari concessi da Unicredit Banca sulla base della garanzia offerta dalla falsa fidejussione MPS da 8 milioni di euro, procurata da Flavio Pelliccioni e da altri soggetti con lui concorrenti nell'operazione. Tale fidejussione è stata ricevuta dal funzionario Unicredit Cristofaro Zara dopo che questi, all'esito di attente valutazioni, aveva giudicato inidonei, rispetto alle esigenze dell'Istituto, una serie di altri strumenti finanziari proposti in garanzia dall' ing. Di Caterino. Nel corso dell'attività di indagine è stato possibile accertare che l'accettazione della falsa fidejussione da parte di Zara e dell'Unicredit Banca è avvenuta proprio qualche giorno dopo un incontro voluto da Zara, Di Caterino e Cipriano Cristiano (ex sindaco di Casal di Principe arrestato oggi) tra esponenti politici di rilievo nazionale (gli onorevoli Cosentino e Cesaro) e Alfredo Protino, superiore gerarchico dello Zara.
L' indagine ha inoltre messo in luce che tali ''inidonei strumenti finanziari'' (titoli, fidejussioni, polizze) sono stati proposti a Di Caterino da un gruppo di improbabili brokers finanziari tutti gravati da precedenti penali e di polizia, che, pur agendo su piazze diverse del territorio nazionale ed estero, sono risultati in rapporti di conoscenza e d'affari tra loro; in taluni casi sono risultati essere già stati indagati insieme in pregresse indagini esperite dalle forze dell'ordine "