il retroscena

CAMORRA E APPALTI Gli arresti eccellenti a Battipaglia «Casalesi in doppio petto comandavano al Comune»

Gli uomini del clan casertano giocavano un ruolo determinante nel collegamento tra politica e affari. I retroscena dell’indagine dell’Antimafia di Salerno guidata dal procuratore Roberti

I “casalesi” arrivati a Battipaglia erano di quelli “doc”. Quelli sopravvissuti ai blitz delle varie Procure, quelli in doppio petto con fedina penale quasi pulita ma con parentele pesanti. Nicola Madonna - l’imprenditore arrestato ieri e che, secondo la Dia, aveva praticamente collegamenti diretti con funzionari e politici battipagliesi - è uno di questi. Quarantuno anni, sempre vissuto a Casal di Principe, annovera tra i suoi precedenti soltanto una denuncia nell’agosto del 1987 per lesioni personali. Nulla più. Ma il suo nome, secondo le indagini della Dda, è di quelli “pesanti” nella geografia criminale casertana. Tanto che nella misura cautelare che l’ha colpito ieri, si parla senza mezzi termini di “rapporti apicali con appartenenti alla camorra casertana”, tra cui Menotti Madonna (di cui è figlio), considerato prestanome del più famoso Francesco Bidognetti (alias cicciotto e mezzanotte), capo con Francesco Schiavone Sandokan, della confederazione dei casalesi. Ma non solo: Nicola Madonna è cugino di Pasquale Giovanni Vargas, considerato il braccio destro del boss Francesco Bidognetti e suo erede. «L’indagine portata avanti dalla Dda - chiosava ieri il procuratore capo Franco Roberti - è la conferma di quello che dicevamo da tempo, e cioè il rischio elevato di infiltrazioni di esponenti e ditte del clan dei casalesi nei lavori banditi dalle pubbliche amministrazioni salernitane».

A Battipaglia il copione è stato lo stesso di tante altre storie di camorra ed affari con soldi pubblici: entrare con società schermo (in questo caso la Guida impianti srl di Attilio Guida - anche lui arrestato ieri ed indicato da un “pentito” come imprenditore legato a Vincenzo Schiavone, detto o’ petill, nipote di Sandokan - che aveva rilevato un ramo d’azienda della Emini costruzioni/Emini spa originaria aggiudicataria dei lavori per il completamento della Casa comunale)nella gestione degli appalti, sottostare alle richieste dei politici e dei funzionari, fare i propri affari in tranquillità, senza far rumore.

Nicola Madonna, secondo la Procura ha agito così: «sa di non poter partecipare, in prima persona alle gare di appalto pubbliche - scrive il gip Zarone nella sua ordinanza - e perciò utilizza società intestate formalmente a terze persone; è fratello di Michelangelo Madonna (imprenditore e politico, ex consigliere provinciale, balzato agli onori delle cronache per aver rivendicato la titolarità del simbolo del Pdl poi donato a Berlusconi dopo la nascita del nuovo partito, ndr) che alcune società ad egli riconducibili hanno ricevuto, dal prefetto competente, interdittiva antimafia». Quindi sa bene come muoversi: nell’ombra. Eppure, si legge nelle carte salernitane, quando c’era da risolvere un problema al cantiere, quando si dovevano assumere persone su indicazione del sindaco, quando si dovevano pagare mazzette, era a lui che politici, tecnici, funzionari e ditte si rivolgevano. Praticamente di casa a Palazzo di Città manovrava e affidava subappalti e quando arrivava la Dia per le verifiche, lui era il “geometra” incaricato dalla ditta.

Il nome dei Madonna compare più volte in diverse e complesse indagini dell’Antimafia. Il padre Menotti è accusato di intestazione fittizia di beni nell’ambito di un procedimento curato dal pm Cantone, in concorso con Francesco Bidognetti. In un altro procedimento presso la Procura di Napoli sempre sull’infiltrazione dei casalesi in pubblici appalti è indagato, tra gli altri, Aniello Giusti, ex socio in alcune società riferibili a Nicola Madonna. Qualche nome? La Giemme group immobiliare srl, il cui capitale sociale era suddiviso in parti uguali tra Dionigi e Aniello Giusti, Michelangelo e Nicola Madonna, amministratore unico Nicola Madonna; la Giemmepi srl (70% Dionigi Giusti e 15% Nicola Madonna). E tanto per chiudere coi legami con esponenti di spicco della mala, basti ricordare che i fratelli Nicola e Michelangelo Madonna sono cugini di secondo grado con Carlo Madonna, già condannato per associazione camorristica.

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