Cammarota: servono le primarie

«Ho un consenso che mi legittima, ma a scegliere deve essere la gente»

SALERNO. Chiede le primarie Antonio Cammarota per scegliere il candidato sindaco. E lui stesso non si tira indietro dalla corsa allo scranno più alto di Palazzo di Città, a patto che sia il popolo a scegliere.

Non sta partecipando agli incontri del centrodestra. Altra rottura in vista?

«Assolutamente no. Però io credo che non si debbano fare tavoli di potere ma, piuttosto, si debba favorire la partecipazione popolare, senza etichette di partito. Perciò auspico che a scegliere il candidato sindaco sia la gente. Solo così sarà legittimato e, soprattutto, vincente, perché sarà il frutto del consenso popolare e non del palazzo, e sarà nel cuore e nella mente dei salernitani».

Insomma i cittadini prima di tutto…

«Le proposte vincenti nascono dalla partecipazione e non nel chiuso delle stanze. Le forze politiche non possono auto referenziarsi e attribuirsi autonomamente i gradi sulla divisa. Questo modo di fare non m’interessa, perché i galloni si conquistano sul campo. Bisogna conoscere i problemi, affrontarli, risolverli e riuscire ad emozionare la gente».

Se il centrodestra le chiedesse di essere l’unico candidato sindaco, accetterebbe?

«Tutti dobbiamo essere pronti e al servizio della volontà popolare. Non ho problemi a candidarmi sindaco ma nemmeno a non partecipare alla competizione elettorale. Io sono stato il più votato nella storia di Salerno per il centrodestra. E sono stato, alle Provinciali del 2009, l’unico eletto nella città di De Luca contro l’uomo del sindaco più forte che è Savastano. E quindi ho un consenso che mi legittima. Oggigiorno, tuttavia, le etichette dei partiti non servono e non garantiscono niente, ma contano le persone , i progetti, la partecipazione. Al di là dei protagonismi individuali e delle logiche di palazzo, però, occorre trasmettere emozioni».

E come si trasmettono emozioni?

«Con la partecipazione e con le primarie della città. Che devono durare parecchi giorni, essere un momento di partecipazione popolare, con eventi in piazza, convegni. Già nel 2011 le proposi, da realizzare nel giorno di San Matteo, per creare un movimento sociale. Ma tutto questo non si è realizzato. Per me la politica è servizio e, infatti, i 700 euro che percepisco come consigliere comunale li utilizzo per tenere in piedi una sede dell’associazione “La Nostra Libertà”. Un luogo dove incontriamo la gente per porre problemi e proporre soluzioni, come è avvenuto per il marchio per luci d’artista, il condono edilizio e la clausola sociale per il lavoro, il commercio, il turismo, la solidarietà con la raccolta costante per la Mensa dei Poveri, la vicenda Soget, l’anatocismo bancario, un “progetto Salerno” che cresce insieme sempre di più». (g.d.f.)

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