EMERGENZA INCENDI

Camerota, assedio lingue di fuoco: turisti salvano villaggio

Pomeriggio di terrore, brucia la pineta di Sant’Iconio Divorati chilometri di macchia mediterranea, sarebbe opera dei piromani

CAMEROTA - I turisti hanno salvato il villaggio dalle fiamme con mezzi di fortuna, mentre il fuoco divorava la pineta. E’ stato un pomeriggio di paura quello vissuto ieri a Marina di Camerota dove un incendio di origine dolosa ha assediato alcuni villaggi del Mingardo e ha distrutto parte della pineta di Sant’Iconio, sito di interesse comunitario, un polmone verde che si affaccia sul mare di Marina di Camerota e di Capo Palinuro. Il rogo è stato appiccato pochi minuti prima delle 14, lungo la Mingardina, nei pressi dei villaggi turistici “L’Odissea” e “Nessuno”. Le fiamme hanno divorato velocemente la macchia per diversi chilometri, superando il costone roccioso e spingendosi fino alla terrazza di Sant’Iconio. Attimi di panico soprattutto nei pressi dei villaggi turistici dove decine di turisti, insieme agli operai delle strutture, hanno contrastato il fuoco con mezzi di fortuna: con pale, qualche secchio, con le manichette antincendio e i teli da mare arrotolati a coprire naso e bocca.

Eroi per caso, anzi in vacanza, che hanno evitato che le strutture venissero danneggiate dalle fiamme. «Il loro intervento è stato provvidenziale - racconta Roberto Saggiomo, proprietario del villaggio “Nessuno” - Quando i nostri ospiti hanno visto il fuoco non hanno esitato a dare una mano. Abbiamo formato insieme una catena umana e abbiamo spento le fiamme più vicine al villaggio ». Poi sono arrivati i vigili del fuoco, gli operai antincendio della Comunità Montana, i carabinieri forestali e tre elicotteri. Un incendio doloso, di certo. «Le fiamme sono partite sicuramente dai cespugli lungo la strada - racconta l’avvocato Carmine Caputo del villaggio “Nessuno” - Stavamo all’interno degli uffici quando abbiamo visto il fumo. Siamo corsi in strada ma le fiamme hanno preso subito il sopravvento». «Ma i turisti non si sono persi d’animo – ha aggiunto l’avvocato Nicodemo Saggiomo - si sono uniti ai dipendenti del villaggio e hanno utilizzato qualsiasi cosa per spegnere le fiamme e salvare la struttura e le auto parcheggiate lungo la strada». Anche questa volta i piromani hanno agito in maniera scientifica. Il fuoco è stato appiccato a ridosso del costone roccioso, in una zona impervia e ricca di vegetazione.

«Sono dei criminali - tuona il sindaco di Camerota Mario Scarpitta - E’ necessario assicurare alla giustizia i responsabili di questo scempio ed inasprire le pene. I danni sono enormi per l’ecosistema. Qui, dopo il covid, c’era stata un’esplosione di natura con il proliferare di numerose specie animali. Adesso solo alberi scheletriti». Non è stato facile per i soccorritori circoscrivere le fiamme. La Procura di Vallo della Lucania, diretta dal procuratore Antonio Ricci, aprirà quasi sicuramente un’inchiesta. I carabinieri forestali della stazione di San Giovanni a Piro, diretti dal maresciallo Katia Russo, sono già al lavoro per individuare i responsabili. Solo pochi giorni fa sono andati in fumo circa 20 ettari di macchia mediterranea tra i comuni di Centola e Camerota dove le fiamme hanno sfregiato la Valle del Mingardo.

Sono oltre una ventina gli incendi sviluppatesi nella zona negli ultimi dieci giorni. Solo l’occhio può cogliere l’entità delle ferite provocate al paesaggio. Di certo si tratta di centinaia di ettari di macchia mediterranea, su cui ora è puntata l’attenzione degli investigatori che indagano per capire come si siano sviluppati i roghi. Sul fatto che si tratti di incendi dolosi non sembrano esserci molti dubbi, bisognerà però verificare dove sia stato appiccato il fuoco e se i piromani abbiano lasciato tracce. «Questi criminali hanno le ore contate. - assicura il colonnello Mario Guariglia, comandante dei carabinieri forestali del Parco - Abbiamo intensificato i servizi in tutto il territorio. Le indagini sono in corso e stiamo seguendo diverse piste. Naturalmente la collaborazione dei cittadini può aiutarci molto». Ieri pomeriggio, a scopo precauzionale, è stata chiusa al traffico la Mingardina. Solo in serata l’importante arteria è stata riaperta ma a senso unico alternato.

Vincenzo Rubano