Camera di commercio, fumata nera

Malgrado la mediazione di Prete bisognerà ricorrere al voto per eleggere il vice presidente

Fumata nera nella pre–giunta della Camera di commercio. Nonostante l’ultimo tentativo del presidente Andrea Prete di trovare un accordo per la nomina del suo vice o, meglio, di giungere con le idee chiare al redde rationem, non si è giunti ad un’intesa. E, così, domani pomeriggio s’andrà al voto, dopo due elezioni avvenute per acclamazione.

Perché sia Prete che la giunta sono stati eletti senza la necessità di ricorrere alle urne. Stavolta, invece, non è stato possibile mettere tutti d’accordo e, dunque, non è valsa la massima “non c’è due senza tre”. Così, per nominare il numero due dell’Ente camerale si dovrà per forza ricorrere allo scrutinio. L’incontro di ieri sera, quindi, non ha raggiunto lo scopo prefisso ma è servito perlomeno a scremare il lotto di pretendenti. È stato deciso, infatti, che gli aspiranti vice presidente dovranno essere uno per categoria.

Una scelta quest’ultima che fa sì che ci sia un vigoroso rimescolamento delle carte in tavola. Tradotto in soldoni gli artigiani, che avevano avanzato le candidature di Sergio Casola (presidente della Cna) e Giuseppe Gallo (presidente di Confartigianato), rivendicando la poltrona per essere, in un certo senso, risarciti dal passo indietro fatto lo scorso anno, dovranno scegliere a chi consegnare il testimone dell’intero comparto. Un bel dilemma, visto che entrambi ambiscono alla poltrona. In meno di 48 ore, perciò, si dovrà decidere su chi puntare. I commercianti (Mario Arciuolo, Sabato Senatore e Pasquale Giglio), invece, che chiedono continuità col recente passato, partendo dal presupposto che il vice di Prete, nell’anno di mandato dopo le dimissioni di Guido Arzano, è stato Mariano Lazzarini, sembrano avere le idee ben chiare.

E scommettono decisamente su Senatore, nonostante qualche incomprensione derivata dallo sgarbo istituzionale della fondazione Carisal. Alla finestra restano gli agricoltori (Rosario Rago e Vincenzo Tropiano), che apparentemente non mostrano alcun interesse ma sono comunque pronti a sfruttare eventuali litigi e a fare la parte del terzo incomodo, nel caso in cui si presentasse l’occasione.

Osservano, infine, interessati ma non sono coinvolti gli industriali (Mauro Maccauro e Antonia Autuori) che in questo contesto rappresentano il vero e proprio ago della bilancia e i cui voti, facendo qualche calcolo, potrebbero determinare la vittoria di uno dei candidati alla vicepresidenza. Insomma ci sarà ancora da stare con il fiato sospeso in attesa della decisione finale. Che a questo punto arriverà a scrutinio segreto. E il cui esito potrebbe essere non prevedibile.

Gaetano de Stefano

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