Cambiali e oro nel caveau degli “zingari”

La Finanza sequestra altri beni alla gang specializzata in furti, usura e truffe. Spuntano anche orologi di lusso e medaglie

AGROPOLI. Nuovi sequestri al “ tesoro” del sodalizio criminale che aveva al suo vertice Vito M. e sua moglie Carmela B., appartenenti alla locale comunità di etnia rom, dedito a furti seriali in gioiellerie, usure, estorsioni, ricettazioni, truffe, ed intestazioni fittizie di beni acquistati con i proventi dell’attività illecita. Trentuno le persone iscritte nel registro degli indagati.

Al termine delle 35 perquisizioni effettuate nella giornata di martedì e conclusesi ieri, nei comuni di Agropoli, Padula e Vercelli, il Gruppo di investigazioni sulla criminalità organizzata, diretto dal maggiore Salvatore Perrotta, del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Salerno, guidato dal colonnello Antonio Mancazzo, ha rinvenuto e posto sotto sequestro ulteriori beni al gruppo di Agropoli. In particolare, gli ultimi sequestri hanno riguardato somme di denaro per circa 7mila euro, sei autovetture (una Smart, un’Audi A3, quattro Bmw, due motoveicoli, 7 orologi di valore (Rolex, Vacheron Constantin, Cs Collection, Breitling), monili in oro (sei anelli, quattro bracciali, due medaglie), diversi assegni e numerose cambiali. A questi si aggiungono i sequestri che il personale della guardia di finanza di Salerno, agli ordini del generale Salvatore De Benedetto, aveva effettuato nella giornata di martedì.

Il blitz “Golden hand” ha consentito di sequestrare 19 immobili, tra appartamenti e ville e 17 terreni situati nel territorio provinciale nei comuni di Agropoli, Padula e Laureana; 30 autovetture di grossa cilindrata , tra le quali Jaguar, Porsche, Mercedes, Audi, Bmw tra i comuni di Agropoli e Eboli e 3 club privati. Il tutto per un valore stimato di circa 15 milioni di euro.

Nel contempo le forze dell’ordine hanno proceduto con il congelamento finalizzato al sequestro dei saldi giacenti su 66 rapporti di natura finanziaria presso istituti di credito e poste italiane in tutto il territorio nazionale. La misura di prevenzione patrimoniale è stata emessa dal Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura, a conclusione di complessi accertamenti effettuati sulla base del nuovo codice Antimafia. Le indagini, tese ad individuare l’illecito patrimonio accumulato, hanno confermato integralmente quanto già avevano dichiarato agli inquirenti due collaboratori di giustizia, che indicavano il nucleo familiare come un’organizzazione ben strutturata dedita alla commissione di furti e rapine in gioiellerie in tutta Italia. I collaboratori hanno riferito che per perpetrare i furti, venivano utilizzate le donne della famiglia.

Angela Sabetta

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