Cambia l’Isee, ecco i nuovi criteri di calcolo

Enorme mole di lavoro per i Caf e disagi per i cittadini e le amministrazioni che erogano servizi

Nuove regole per l’Isee, pesanti disagi per cittadini e pubbliche amministrazioni. Sono diversi gli uffici salernitani – comunali, ma non solo – in pesante ritardo nella definizione delle soglie per i servizi al cittadino a causa delle difficoltà incontrate dagli aventi diritto nella predisposizione della nuova attestazione reddituale e patrimoniale.

Legati a doppio filo con l’Isee infatti sono le rette agli asili nido, le iscrizioni a scuola e le rate scolastiche e universitarie, i servizi sanitari e assistenziali a classi più disagiate, anziani e disabili. Una enorme mole di lavoro straordinario è piombata sulle spalle dei Caf attivi sul territorio, costretti a districarsi non senza difficoltà, in nuove regole e nuovi parametri di ricchezza che hanno complicato, e non di poco, la compilazione del modello.

L’Isee è l’indicatore della situazione economica equivalente: attesta e certifica la situazione economica del cittadino e contiene, accanto ai dati anagrafici, anche informazioni reddituali e patrimoniali. Quest’anno i criteri di calcolo sono cambiati per rendere più dura la vita ai “furbetti”: in sostanza si autocertifica meno e si prelevano più informazioni nelle banche dati informatiche. Le informazioni reddituali, ad esempio, vengono desunte direttamente dalle banche-dati del fisco e dell’Inps. Ulteriori novità che hanno complicato il quadro: il conteggio dei patrimoni posseduti all’estero (non considerati fino allo scorso anno), l’inclusioni di redditi fino al 2014 esenti (ad esempio gli assegni familiari), ma anche le auto di grossa cilindrata e addirittura alcune tipologie di reddito esterne al nucleo familiare (per il figlio di una coppia di fatto, ad esempio, si sommeranno i redditi di entrambi i genitori, indipendentemente dalla loro residenza; per un anziano in casa di cura rilevano ai fini Isee i redditi dei figli).

Lunghe le attese per avere le informazioni dagli uffici competenti, che in alcuni casi raggiungono anche i dieci giorni. Ma rallentamenti sono spesso provocati anche dalle banche, che tardano a comunicare le necessarie informazioni ai risparmiatori: non basta più, infatti, il saldo del conto al 31 dicembre, desumibile dall’estratto conto, ma occorre anche la giacenza media durante tutto l’anno. (r.f.)

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