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Calunniò agenti che le tolsero i due figlioletti Va a giudizio

Per il giudice calunniò i poliziotti che, tre anni fa, a marzo, diedero esecuzione a un provvedimento del tribunale e gli tolsero i due figli. Il caso è quello noto accaduto a Battipaglia e vede...

Per il giudice calunniò i poliziotti che, tre anni fa, a marzo, diedero esecuzione a un provvedimento del tribunale e gli tolsero i due figli. Il caso è quello noto accaduto a Battipaglia e vede coinvolti un’insegnante, e il suo ex marito. La donna e sua madre sono state rinviate ieri a giudizio dal gip Elisabetta Boccassini per la calunnia. Il processo è in calendario a febbraio dinanzi ai giudici della Prima sezione di Salerno.

Quelle immagini riprese con un telefonino e il sonoro delle urla dei bambini che non capivano cosa gli accadeva rimbalzarono in rete, trasportando il caso battipagliese sulle cronache nazionali, diventando tristemente noto con l’hastag il “pianto dei bambini di Battipaglia”. Il video fu ripreso davanti a casa della madre dei piccoli, che vive con la madre, quando le donne si trovarono davanti ai poliziotti, giunti con più volanti, obbligati ad eseguire l’ordine del tribunale per i minorenni.

Quel giorno due bambini, di otto e sette anni, figli dell’insegnante che lottava contro l’ex marito per l’affidamento dei bambini, furono condotti a Salerno in una casa famiglia. Per il tribunale, che si era rivolto a esperti sociologi e competenti della materia, nella guerra di carta bollate tra gli ex coniugi, si era di fronte a un caso di Pas (Parental alienation syndrome).

Da quel momento si sono susseguite udienze e scritte pagine di verbali. Una battaglia che ha tenuto con fiato sospeso anche l’opinione pubblica. A sostegno dell’insegnante, ma più in generale del ruolo di mamma, si sono registrate manifestazioni pubbliche come un corteo per le strade cittadine. Sotto accusa ora finisce il contenuto della denuncia della donna contro i poliziotti che quel 15 marzo eseguirono l’ordine del tribunale. Per il gip c’è l’ipotesi di calunnia che dovrà essere ora vagliata in sede dibattimentale.