Calma e sangue freddo per combattere il crimine 

Il brigadiere Roberto Sorvillo è nell’Arma dei carabinieri da 29 anni

Per dieci ore è stato il suo angelo custode. L’ha abbracciata, mentre era sotto choc, in piena crisi isterica. Ha cercato di rassicurarla. E soprattutto di farle capire che quello che le era accaduto, non era colpa sua. Poi le ha tenuto la mano in ospedale, tra lacrime, perdita di coscienza, tanto dolore. E le è restato vicino anche quando la burocrazia e la legge le hanno imposto di ricostruire tutte le tappe della violenza subita. Roberto Sorvillo, 48 anni, è un brigadiere dell’aliquota radiomobile della compagnia carabinieri di Salerno. Il caso dello stupro di Santa Teresa, che l’anno scorso tanto fece discutere Salerno, lo ha visto infatti protagonista. Prima in qualità di ancora di salvezza per una giovane donna ferita, poi come rappresentante della legge, per acciuffare entrambi gli uomini che avevano abusato della ragazza. «Non è stato facile - racconta - Lei era devastata, ma si è fidata di me. Credo che se non ci fossi stato, forse non avrebbe detto nulla, perché purtroppo le donne tendono troppo spesso a colpevolizzarsi, mentre invece è la società che è popolata da tante persone disturbate, che travisano comportamenti e pensano di poter fare i loro comodi».
Il suo è un mestiere complesso. Ci vuole tatto e sangue freddo. Ci riesce sempre?
Ci provo, ma in genere sì. Bisogna essere abili nel capire l’interlocutore che hai di fronte e, in altri casi, imporsi la calma. Diciamo che in questo sono piuttosto bravo, il mio soprannome, non a caso, è camomilla.
Eppure immagino che non le siano mancati momenti di pura adrenalina.
No, infatti. Proprio per questo bisogna fare uno sforzo, altrimenti si rischia di non portare a casa nessun risultato.
Ma non le è mai capitato di avere paura?
Paura forse no, ma un momento di grandissima tensione l’ho vissuto qualche tempo fa. Con i colleghi intervenimmo a San Cipriano Picentino perché c’era stata una violenta lite. Una delle due persone coinvolte si lanciò contro di noi con due roncole e un martello. Era completamente fuori di sè e inveiva. Lì tirai fuori la pistola e lo minacciai di fare fuoco. Ma per fortuna si fermò e riuscimmo a risolvere la questione senza armi.
Ha mai sparato?
No. Occorre lucidità, buon senso per fare questo lavoro. Poi è evidente che se qualcuno ti attacca e non ha altri strumenti, lo fai.
Da quanto tempo è nell’Arma?
Da quasi ventinove anni. Ho iniziato facendo il carabiniere ausiliario al posto del servizio militare.
E come mai? Da dove nasce questa passione?
Diciamo che nel palazzo dove abitavo con la mia famiglia, c’erano tantissimi carabinieri ed ex carabinieri in pensione. Per certi versi è come se avessi respirato da sempre questo lavoro. Così decisi di tentare la carriera militare e anche quando fui contattato in qualità di perito elettronico dalla Telecom, rifiutai il posto di lavoro, perché volevo inseguire la mia passione.
Ha girato molto?
Moltissimo. Ho fatto per tre mesi il corso a Chieti, poi sono stato nell’ottavo battaglione Lazio per un anno, fino al termine dei mondiali di calcio del ’90. Successivamente sono stato trasferito alla stazione di Camporgiano, in Garfagnana, provincia di Lucca, dove sono rimasto per un anno e due mesi. Infine è arrivata Livorno, dove ho prestato servizio fino all’ottobre del 1998, passando dalla stazione al radiomobile e alla centrale operativa.
A Salerno quando è approdato?
Subito dopo fui trasferito alla stazione di via Duomo, prima di passare alla centrale operativa del comando provinciale di via Mauri. Ma le ho girate tutte: sono stato a Fratte e infine al radiomobile.
Lavorate su turni, diurni e notturni. Come siete organizzati?
I turni sono di sei ore: 18-24; 0-6; 6-12 e 12-18, anche se si tratta di orari di massima, perché ovviamente se stai seguendo un intervento ti trattieni fin quando non lo hai ultimato.
C’è differenza tra lavorare di giorno e lavorare di notte?
A parte il traffico non direi. Gli obiettivi principali del nostro lavoro sono e restano sempre gli stessi: prevenire i reati e reprimerli. Inoltre non c’è un calo delle chiamate durante le ore notturne. Da quando la stragrande maggioranza dei cittadini ha un telefonino, ci allerta sempre.
Cambieranno però le tipologie di intervento.
Alcune sì. Di notte siamo sollecitati, molto più che di giorno, per gli incidenti stradali e c’è anche un incremento di lavoro sul fronte delle verifiche alcolemiche.
Vi imbattete in parecchi giovani ubriachi?
Capita spesso, soprattutto nel fine settimana. E il fenomeno riguarda anche le donne. Poi ci sono quelli che, oltre ad essere ubriachi, hanno fatto anche uso di sostanze stupefacenti. Purtroppo Salerno è una piazza fiorente per lo spaccio.
Quali sono le droghe più diffuse?
Hashish e marijuana, anche se c’è stato un aumento del consumo di cocaina proporzionale al calo dei prezzi, ed un preoccupante ritorno dell’eroina. Siamo scrupolosi nelle verifiche, ma a monte c’è un lavoro culturale che andrebbe fatto in famiglia e a scuola.
Droga a parte, quali sono i reati maggiormente diffusi a Salerno?
Credo ci sia stata una diminuzione di rapine e scippi. Mentre sono in crescita le liti in famiglia, ma anche i furti d’auto e in appartamento. Poi ci occupiamo molto di assistenza agli extracomunitari in difficoltà, spesso siamo allertati per tentati suicidi e tanti, tanti incidenti. Nei fine settimana, in particolare d’estate, il capitolo principale diventa la movida.
Schiamazzi?
Sì, anche se possiamo fare ben poco. Nel senso che se il gestore del locale non rispetta i limiti d’orario imposti dal Comune per l’emissione di musica, abbiamo un margine di manovra. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di piazze gremite di giovani che chiacchierano. Credo che quello della movida sia un problema più complesso. Forse, per tutelare le esigenze imprenditoriali e quelle dei residenti, andrebbe semplicemente delocalizzata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
(14- Continua. Le interviste al tassista Gaetano Ricco, al pierre Daniele Avallone, al soccorritore Alessio De Silvio, al dj Peppe Cancro, alla dottoressa Luisa Vitiello, all’operatore portuale Alfonso D’Agostino, al ristoratore Nunzio Adamo, ai panificatori Francesco Salerno e Giuseppe Ferraioli, all’assistente capo della polizia Antonella Clemente, al barman Arturo De Feo, all'infermiera Margaret Cittadino, al vigile del fuoco Umberto Scarpato e all’attore Marco Dell’Acqua, sono uscite il 27 febbraio, il 6, il 13, il 20 e il 27 marzo, il 3 e il 10 e 24 aprile, il primo, l’8 maggio e il 15 maggio, il 5 e 12 giugno)