Cagliari era partita in anticipo, ma ha perso dieci anni

Nella sua intervista al nostro giornale l’assessore regionale alle Attività Produttive, Amedeo Lepore, nell’annunciare l’idea delle zone economiche speciali per i porti campani, aveva fatto...

Nella sua intervista al nostro giornale l’assessore regionale alle Attività Produttive, Amedeo Lepore, nell’annunciare l’idea delle zone economiche speciali per i porti campani, aveva fatto riferimento alla sperimentazione in corso da parte del Governo nel porto di Cagliari. Ma dall’altra parte del Tirreno le notizie che arrivano non sono molto rassicuranti. Di “free zone” nei porti commerciali in Sardegna se ne parla da almeno dieci anni. Ma solo da qualche tempo, con l’avvento della giunta di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru, si è rimesso in moto il progetto dando il via alla definizione della perimetrazione della zona franca. C’è anche una società, partecipata al 50 per cento dalla Regione e dall’Autorità Portuale di Cagliari, che si chiama appunto Free Zone spa. Ma sia l’uno che l’altra sono commissariate. L’autorità è in mano al comandante di vascello Vincenzo Di Marco, a capo della Capitaneria di Porto. Mentre a capo della società c’è l’ex presidente dell’Autorità Portuale, Piergiorgio Massidda, nominato nel 2012 sotto il governo del centrodestra affidato ad Ugo Cappellacci. Recentemente l’assessore regionale ai Trasporti, Massimo Deiana, ha portato in giunta la delibera che da il via al progetto per la perimetrazione. Tempi? «Ancora non siamo in grado di definirli, è troppo prematuro» ci ha detto Francesco Marras, capo di gabinetto dell’assessorato. «Nell’ultimo periodo – ha poi aggiunto – da parte del Governo sembra esserci stata una scossa decisiva. Speriamo bene».