la requisitoria 

Cadde dal capannone   «Fu omicidio colposo»

Vittorio Cifone, l’operaio di San Marzano sul Sarno che nel 2012 precipitò dal tetto di un capannone della zona industriale di Salerno, poteva essere ancora vivo se in quel cantiere fossero state...

Vittorio Cifone, l’operaio di San Marzano sul Sarno che nel 2012 precipitò dal tetto di un capannone della zona industriale di Salerno, poteva essere ancora vivo se in quel cantiere fossero state adottate tutte le misure per la sicurezza sul lavoro. È la tesi del pubblico ministero Elena Cosentino, che per quella tragedia ha chiesto ieri mattina la condanna di cinque persone. L’accusa è di concorso in omicidio colposo e la pena più alta, 2 anni e mezzo, è stata chiesta per Pietro Ambruosi, legale rappresentante della ditta Ateco esecutrice dei lavori, di cui Cifone era dipendente. Due anni sono stati chiesti invece per Valerio Siniscalco dell’impresa Solarya affidataria dell’intervento, per Giancarlo Minelli direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza, per Gaetano Caramico dell’omonima società individuata come committente e pera Saverio Giuseppe Viscardi, in qualità di preposto al cantiere. Sul banco degli imputati ci sono anche le tre società coinvolte nei lavori (Ateco, Solarya e Caramico) per le quali il pubblico ministero ha chiesto l’applicazione di una sanzione amministrativa di 150mila euro ciascuna, legata alla mancata applicazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Vittorio Cifone aveva 41 anni quando precipitò dal capannone in una caduta che non gli lasciò scampo. Stava rimuovendo alcune lastre di eternit, per predisporre la copertura alla collocazione di pannelli fotovoltaici, quando finì con un piede in un varco apertosi nel tetto. Secondo gli inquirenti in quella zona non vi era più la resistenza sufficiente a reggere il peso del lavoratore, ma la morte si poteva evitare se fossero state adottate tutte le misure di prevenzione collettiva. Una ricostruzione contestata però dai difensori (nel collegio Franco Dente e Marco e Alfonso Senatore) che terranno a luglio le ultime arringhe prima della sentenza. (c.d.m.)
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