IL CASO

Cacciatori esperti per arginare i danni dei cinghiali

Mille "coadiuvatori" saranno formati e opereranno nelle zone più critiche, come i Picentini: potranno abbattere gli animali

In arrivo mille cacciatori “coadiuvatori” per il contenimento dei cinghiali in provincia di Salerno. A darne notizia è la Coldiretti che da tempo lamenta una proliferazione di cinghiali– soprattutto nelle aree dell’entroterra – che crea seri danni alle aziende agricole e alle comunità.

Entro un paio di mesi saranno formati circa mille “coadiuvatori” per il contenimento dei cinghiali: questi cacciatori avranno deroghe dalla Regione nell’ambito di un Piano di abbattimento controllato che consentirà battute di caccia in “braccata” (nei soli mesi di gennaio ed eventualmente febbraio) o della cosiddetta “girata” (negli altri periodi dell’anno). Alcune tecniche di contenimento saranno consentite anche nelle aree protette (è già stato siglato il protocollo d’intesa tra Atc Salerno e Parco regionale Monti Picentini).

"Il lavoro sarà svolto in collaborazione con la Coldiretti – spiega Gennaro Barra, veterinario, coordinatore provinciale delle sette associazioni venatorie provinciali ed esperto del gruppo di lavoro dell’Università Federico II di Napoli – le norme esistono e vanno applicate per scongiurare una proliferazione ormai divenuta eccessiva della specie. Stiamo abilitando anche le case di caccia per creare, nelle varie zone della provincia, piccoli stabilimenti di macellazione degli animali e creare così una filiera corta, controllata e tracciabile dei cinghiali". Quello dei cinghiali è un problema molto grave, avvertito particolarmente nell’area degli Alburni e del Vallo di Diano: secondo le stime, sarebbero quasi 2 milioni i capi presenti sul territorio.

"Accogliamo con soddisfazione queste importanti novità – sottolinea il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio – i danni ormai non si contano più, e il milione di euro all’anno risarciti in Campania agli imprenditori agricoli danneggiati è una cifra che non corrisponde ai danni reali causati dagli ungulati che ormai rappresentano un rischio anche per le comunità. Siamo pronti da subito a lavorare con gli ATC per monitorare le aree più a rischio ed offrire il nostro contributo fattivo alla risoluzione del problema. Coldiretti ribadisce che da una gestione corretta del fenomeno si potrebbero attivare anche meccanismi virtuosi di nuove economie locali, attraverso una filiera tracciabile del cinghiale che spesso si porta sulle tavole di ristoranti e agriturismi, scongiurando eventuali minacce sanitarie”.