Caccia al killer di Barcellona 

Si cerca un 22enne marocchino che avrebbe guidato il furgone. Forse è in Francia

BARCELLONA. Nuovo colpo di scena nelle indagini sugli attentati a Barcellona e Cambrils: i Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, danno la caccia a Younes Abouyaaqoub, un 22enne marocchino, che si sospetta fosse l’autista del furgone bianco che ha seminato la morte sulla Rambla giovedì pomeriggio. In un primo momento si riteneva che alla guida durante l’attacco ci fosse il 17enne Moussa Oukabir, il cui corpo è stato identificato tra quelli dei cinque terroristi uccisi dalla polizia nella notte tra giovedì e venerdì nel nuovo attacco portato nella cittadina di Cambrils.
Le ricerche. È caccia all’uomo per il 22enne che sembra essere l’ultimo terrorista in fuga e a questo punto possibile capo della cellula e autore materiale della strage di Barcellona che secondo la polizia iberica potrebbe essersi allontanato in metropolitana dopo l’attentato. Si ipotizza che possa aver raggiunto la Francia in auto. Secondo gli inquirenti, sembrava il più riservato del gruppo di giovani che negli ultimi mesi trascorrevano molto tempo insieme senza però aver mai destato sospetti.
Il piano. I Mossos d’Esquadra hanno individuato una cellula di 12 giovani radicalizzati di origine marocchina, che vivevano nella cittadina catalana di Ripoll. Secondo le indiscrezioni il piano iniziale degli attentatori di Barcellona e Cambrils era causare una esplosione enorme alla Sagrada Familia, forse in concomitanza con altre due. Lo rivelano fonti investigative a El Confidencial, spiegando che la cellula terroristica voleva far esplodere furgoni carichi di perossido di acetone e bombole di gas per distruggere il tempio di Gaudì, principale simbolo della città. Un’esplosione accidentale mercoledì notte, in un’abitazione di Alcanar, ha però sconvolto i loro piani di morte. Dei dodici terroristi, cinque sono stati uccisi dalla polizia a Cambrils, due sono morti nell’esplosione di mercoledì ad Alcanar e quattro (tre marocchini e uno spagnolo) sono stati arrestati. Nel covo di Alcanar c’erano un centinaio di bombole di gas e sono state trovate tracce del potente esplosivo rudimentale Ttap (perossido di acetone), già usato dall’Isis per le stragi di Parigi, Bruxelles e Manchester, abbastanza per riempire tre camion bomba. Si è appreso che i terroristi volevano noleggiare un furgone più grande di quello che ha fatto strage sulla Rambla, ma gli fu negato perché erano troppo giovani, senza il numero di anni di patente necessari.
L’Imam. I Mossos d’Esquadra hanno perquisito la casa dell’imam di Ripoll, la cittadina catalana da cui proveniva la maggior parte dei componenti della cellula terroristica jihadista coinvolta negli attentati. Si cercano tracce di dna, perché si sospetta, tra l’altro, che l’imam Abdelbaki Es Satty sia morto nell’esplosione accidentale nell’appartamento a Alcanar. Il quarantenne era l’imam di Ripoll da due anni ma aveva lasciato l’incarico da qualche mese, hanno spiegato al Pais i fedeli della moschea, che da allora si occupano in forma autonoma di condurre le preghiere. Secondo la polizia la preparazione degli attacchi era iniziata proprio qualche mese fa. Nel suo appartamento la polizia ha trovato un’altra persona che ha dichiarato che l’uomo è partito martedì scorso per il Marocco, dove si trovano la moglie e i figli. I vicini di casa non avrebbero notato movimenti strani negli ultimi giorni né osservato segnali di radicalizzazione.
I feriti. Sono ancora tanti i feriti gravi ricoverati negli ospedali di Barcellona dopo l’attacco di giovedì. Secondo l’ultimo bilancio ci sono ancora dodici persone in condizioni critiche, ventiquattro in condizioni gravi, undici meno gravi e solo tre lievi. Per l’attacco di Cambrils, una persona è ricoverata in gravi condizioni, due in stato meno grave e una è lievemente ferita. Ieri i reali di Spagna sono stati a Barcellona per una visita negli ospedali che accolgono i feriti.