C’è il rischio delle scarcerazioni per i coinvolti nel blitz “Criniera”

Possibile decorrenza dei termini al processo in corso contro esponenti politici e dei clan camorristici Il dibattimento che ricostruisce gli scenari di Pagani tra il 2007 e il 2011 “scadrà” il prossimo 6 giugno

PAGANI. Rischio decorrenza dei termini e scarcerazioni per il processo Criniera: il dibattimento che vede imputati esponenti politici e di camorra nella Pagani degli anni 2007-2011, ha come termine la data del prossimo sei giugno, pena la “tagliola” della scadenza per le misure custodiali collegate. In particolare, tra gli imputati ristretti per questo procedimento ci sono i fratelli Antonio e Michele Petrosino D’Auria, il primo ritenuto boss dell’omonimo clan della Lamia, il secondo già impegnato quale dirigente del Consorzio di bacino Salerno 1, ritenuto dalla Procura l’uomo dei rapporti con la politica paganese. Dall’altra parte l’imputato eccellente resta Massimo D’Onofrio, oltre all’ex sindaco e attuale consigliere regionale, Alberico Gambino, qui accusato solo di un capo d’accusa “minore”.

Per scongiurare la decorrenza, il collegio presieduto da Rossetti ha predisposto un fitto calendario che acceleri al massimo lo svolgimento del dibattimento, con una prima sequenza in aula che vede sei udienze il prossimo aprile, precisamente il 4, il 7, il 18, il 21 e il 27, e tre a maggio, individuate il 5, l’8 e il 12. Il tour de force dovrebbe escludere, nei calcoli dei giudici, la trappola delle scadenze: al momento le misure cautelari più a rischio riguardano gli esponenti di spicco della cosca Fezza-Petrosino D’Auria. Tra gli imputati apicali del processo c’è lo storico capobastone del quartiere Lamia Tommaso Fezza, e la linea giovane del gruppo criminale, chiamata a rispondere dell’accusa principale del 416 bis, quella che punisce l’associazione criminale di stampo mafioso. La prossima udienza riguarderà l’audizione dell’ex tenente ora capitano dei carabinieri alla guida del reparto di Pagani, Marco Beraldo, sottufficiale impegnato nell’indagine sui rapporti tra camorra e politica locale. Il processo conta 42 imputati in tutto e si concentra sull’organigramma del clan Fezza – D’Auria Petrosino, con accuse che comprendono la costituzione del clan e i suoi reati-fine, con imputazioni di estorsione ed usura a danno di esercizi commerciali nella città di Pagani, con le informative concentrate in più filoni e ambiti, dalla composizione del gruppo guidato dai fratelli Michele e Antonio Petrosino D’Auria, ristretti al 41 bis, alle ingerenze su società di trasporti e di trasformazione di prodotti ortofrutticoli, reimpiegando – secondo l’accusa – fiumi di denaro proveniente da attività illecite. L’ulteriore snodo investigato riguarda i presunti rapporti pericolosi tra camorra, politica e imprenditoria, con condizionamenti nell’affidamento di appalti pubblici a favore di cooperative e aziende controllate dal clan, con un sistema politico-elettorale.

Alfonso T. Guerritore

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