C’è anche l’emergenza prostitute

Rafforzati i controlli dei carabinieri ma in litoranea resta il problema sicurezza

Spaccio, prostituzione, delinquenza: a spaventare gli imprenditori del comparto turistico cittadino, oltre alle incertezze in fatto di depurazione, ci sono anche i problemi relativi alla sicurezza. Da sempre, in effetti, la pineta rappresenta un ricettacolo di delinquenza, e molte operazioni che le forze dell’ordine hanno eseguito negli scorsi anni lo testimoniano in maniera eloquente. Quando, nel 2015, il capitano Erich Fasolino, s’insediò al comando della compagnia di Battipaglia, contribuì a fare in modo che i riflettori venissero puntati sulla pineta. «In litoranea – disse l’ufficiale – va percepito un nuovo concetto di moralità. Il litorale va reso vivibile: sogno che i nonni vadano a passeggiare in quella zona».

E, in effetti, i militari dell’Arma si son dati molto da fare in quella zona, tant’è che, rispetto a due anni fa, in molte fasce dell’area costiera il fenomeno della prostituzione pare aver subìto un calo vistoso. Il problema, tuttavia, permane all’inizio e alla fine del litorale cittadino: si registra ancora la presenza di donne dedite alla prostituzione in particolare in località Spineta e in località Lido Lago. Nell’estate del 2015, per volere della commissione straordinaria che reggeva le sorti della città, si decise di organizzare dei controlli interforze: carabinieri, polizia di stato, polizia municipale, guardia di finanza e polizia provinciale avrebbero dovuto presidiare costantemente il litorale. Poi, però, anche le forze dell’ordine hanno dovuto fare i conti con la quantità del personale e dei mezzi.

Al momento, ogni notte, ci sono tre vetture dei carabinieri a presidiare un’area che comprende Battipaglia, Bellizzi, Pontecagnano Faiano e i comuni dei monti picentini. I tutori della sicurezza, dunque, provano a presidiare anche il litorale con i mezzi che hanno a disposizione. E se la videosorveglianza latita, scarseggia pure l’attenzione delle istituzioni. Nel 2000, Regione e Provincia cofinanziarono la faraonica pista ciclabile del Cilento: si disse che la grande opera avrebbe contribuito pure alla riqualificazione della degradata area battipagliese. Ma i fatti smentiscono le intenzioni.(c. l.)

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