LA RIPARTENZA

By night, non passa ’a nuttata «Troppi divieti, siamo fermi»

Gli imprenditori salernitani: «Discoteche in ginocchio, non si balla né si lavora»

SALERNO - Sembra passata un’eternità da quando le persone, per recuperare un po’ di spensieratezza e annullare, anche solo virtualmente le distanze, si lasciavano andare a canzoni e balli sui propri balconi, trasformati in un’unica grande discoteca. Da allora le cose sono cambiate ma non per le case della musica e del divertimento, ancora ferme in attesa di disposizioni che concedano qualche certezza in più agli imprenditori. A far discutere è l’ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che poco più di una settimana aveva sancito la ripartenza delle discoteche, ma soltanto per il servizio di intrattenimento musicale e, dove previsto, di bar e ristorazione. Al Goccia a Mare di Salerno, nella serata di sabato 13 giugno, circa una ventina di persone sono state trovate in piedi durante una cena spettacolo.

Dopo questa vicenda, Daniele Avallone, il direttore artistico del Goccia a Mare e della discoteca Rocce Rosse, di cui condividono la proprietà, fa sapere che è stato implementato il servizio di sicurezza, che avrà il compito di invitare a sedersi chi deciderà di muovere qualche passo. Nonostante le difficoltà, si è deciso comunque di ripartire, grazie al supporto di un cast artistico composto da ballerine professioniste e performer che animeranno le cene spettacolo alle Rocce Rosse, ma come fa sapere Avallone, si sta attraversando una situazione drammatica: «Non stiamo ricevendo la risposta che ci saremmo aspettati. Quando le persone chiamano per una prenotazione la prima domanda è “sarebbe possibile ballare un po’ anche solo vicino al tavolo?”, noi diciamo che è severamente vietato ballare e di conseguenza non prenotano». Il direttore artistico di queste due note location si ritiene deluso dalla linea dura intrapresa verso questo tipo di attività. «I cittadini sono stati addirittura invitati a segnalare situazioni contro le regole. Ci sentiamo attaccati ingiustamente», afferma. A far storcere il naso a molti gestori sono le immagini di una Napoli gremita nelle ore immediatamente successive alla vittoria della Coppa Italia. «Una presa in giro verso chi investe », dice dispiaciuto Germano Porcaro, titolare del Modo Club & Restaurant e dello stabilimento balneare Mare-Modo. «Trovo che quello che è successo a Napoli sia un fallimento politico», aggiunge, mentre la saracinesca della nota discoteca resta ancora chiusa, nonostante da marzo si continuino a pagare affitto e utenze. La situazione cambia di poco al MareModo, con la sala destinata agli eventi ancora sigillata, e l’unico servizio offerto resta la balneazione. Porcaro aggiunge: «A volte viene voglia di fermare tutto, perché ci sono delle distinzioni nette. Le discoteche vengono viste come luogo di perdizione». Non si sono intravisti neanche fondi da parte della Regione, a causa di un fatturato che supera le soglie per ricevere un sussidio: «La nostra attività supera il fatturato da centomila euro, ma è impensabile, visti i costi di gestione e i dipendenti da pagare non superare tale cifra ». Quello che viene richiesto dal titolare è una maggiore equità.

La normalità è ovunque, ma non sulle piste da ballo, che secondo il Dpcm del premier Giuseppe Conte, resteranno chiuse almeno fino al 14 luglio, ma il futuro resta incerto per gli imprenditori che hanno deciso di investire sul divertimento. «Non ce l’ho con la politica, anzi, rispetto ciò che hanno fatto in questa emergenza, ma è il momento di guardare la realtà e dare una mano a chi ha investito tanto» chiosa Porcaro. Fermo ai box anche il Tartana Music Club, il cui titolare, Luca Pomposelli, non risparmia critiche sulla gestione della pandemia globale: «Credo che l’allarmismo che è stato diffuso non rispecchi il reale problema». Non riparte, almeno per il momento, il Black Noise di Nocera Superiore. Un settore totalmente abbandonato, secondo il titolare Antonio Baio, senza sostegni economici da parte delle istituzioni. Intanto si cerca di fare fronte comune tra gli imprenditori, gettando un occhio alle azioni intraprese oltreoceano: «In America è nata un’associazione proprio a tutela dei locali», ma fa comunque male sentire i propri dipendenti in difficoltà e non riuscire a poter garantire loro un pronto ritorno.

Andrea Picariello