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Bus precipitato, tocca ai periti Ipotesi di cedimento dei freni

AVELLINO. Sono in programma per oggi, presso un deposito giudiziario di Avellino, gli accertamenti tecnici irripetibili sull’autobus precipitato la sera del 28 luglio dal viadotto Acqualonga di...

AVELLINO. Sono in programma per oggi, presso un deposito giudiziario di Avellino, gli accertamenti tecnici irripetibili sull’autobus precipitato la sera del 28 luglio dal viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino dell’A16 Napoli-Bari, con un bilancio di 39 morti. Le verifiche saranno compiute dai periti nominati dalla Procura di Avellino; potranno partecipare, inoltre, i consulenti tecnici nominati dagli indagati e dai familiari delle vittime. L’inchiesta riguarda Ciro Lametta, l’autista del bus morto nell’incidente, il fratello Gennaro, titolare della “Mondo Travel”, l’agenzia che ha fornito il veicolo, e i dipendenti della società Autostrade Michele Renzi e Antonio Sorrentino, di Cava de’ Tirreni. Gli accertamenti riguarderanno tutte le parti meccaniche del bus, e proprio dalle verifiche odierne - per quanto i risultati si conosceranno solo tra qualche mese - potrebbe trovare conferma l’ipotesi che più viene presa in considerazione per spiegare l’incidente: il cedimento strutturale dell’impianto di trasmissione (alcuni pezzi sono stati recuperati sulla carreggiata autostradale a circa un chilometro del viadotto Acqualonga) avrebbe determinato il black out del sistema frenante e del freno motore del mezzo. L’autobus, in un tratto in discesa, è così risultato ingovernabile per il conducente, Ciro Lametta (tra le 39 vittime), ed è finito a velocità elevata contro la barriera di protezione (il new jersey), che non ha retto all’urto. In una successiva fase dell’inchiesta sarà esaminato il tratto autostradale, tuttora sotto sequestro e, in particolare, l’angolo di impatto del bus contro la barriera di protezione.