IL PRIMATO NEGATIVO

Bus non revisionati, Salerno maglia nera

I mezzi a noleggio illegali sono quasi il doppio della media nazionale

SALERNO - Tra i tanti primati negativi, la Campania ne somma un ulteriore: è la regione “maglia nera” per la quantità di autobus illegali in circolazione. Nel dettaglio, il 30,10% degli autobus per trasporto persone destinati a servizio di noleggio con conducente immatricolati in Campania non è in regola con la revisione. E, in questo quadro di mancanza di sicurezza e illegalità, Salerno è tra le città con le percentuali più alte (34,2) seconda sola a Benevento (34,5). Meglio di tutte, si fa per dire, è messa Napoli, al 28,6. A livello nazionale, invece, la percentuale dei bus fuori legge si ferma a un comunque elevato 18,6%. I dati emergono da un’analisi di Facile.it in base ai dati ufficiali del Ministero dei trasporti. Sotto la lente sono finiti 1.370 mezzi in Campania su un totale di 4.552 presenti nell’Archivio nazionale dei veicoli gestito dalla Motorizzazione. In questa categoria rientrano, ad esempio, quelli utilizzati per le gite scolastiche o per i tour turistici. «Si tratta di un dato allarmante ed è grave che una così alta percentuale degli automezzi in circolazione sia fuori legge» commenta Gerardo Buonocore , membro del gruppo trasporto persone di Confindustria Salerno e delegato al Trasporto pubblico locale e in concessione di Confindustria Campania nonché consigliere nazionale e vicepresidente regionale dell’Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori). «Nel 2018 – continua – dovrebbe esserci un sistema informatico della Motorizzazione che registra se un autobus non è stato revisionato, da quanto tempo e, soprattutto perché. Se io ho revisionato un autobus 3 anni fa e poi non lo faccio più – chiarisce Buonocore – il sistema dovrebbe accorgersene. Così, si può andare direttamente nelle aziende a chiedere conto dell’omissione. Poi, chi viene “pizzicato” più volte per la stessa infrazione dovrebbe avere il blocco dell’attività. Solo così si può pensare di frenare questo mal costume che significa poca sicurezza e concorrenza sleale nei confronti di quelle aziende che rispettano le regole, affrontano costi di gestione superiori e vengono danneggiati dal mercato parallelo dell’abusivismo. Chi non revisiona l’autobus è come se non avesse la licenza per viaggiare». Più controlli, dunque, soprattutto al Sud dove si concentra il maggior numero di casi. «Mentre al Nord le aziende sono strutturate con dimensioni più ampie – ragiona Buonocore – al Sud ci sono una miriade di cosiddetti padroncini, imprese di carattere familiare che magari hanno un solo autobus. Questo numero elevato di aziende determina anche una percentuale così alta di evasione. Inoltre – precisa – in un’impresa con un parco, ad esempio di 100 bus, dove ci sono dei dipendenti, è più complicato eludere le regole perché saranno i dipendenti stessi a rifiutarsi di viaggiare su un pullman non a norma. In più, all’interno di aziende più strutturate c’è anche un sindacato vigile. Invece al Sud sappiamo che ci sono tantissime aziende piccole che non hanno questo tipo di vigilanza e, di fatto, neanche tanta voglia di rispettare le regole ». Contributo importante all’emersione di questi dati arriva proprio dagli istituti scolasti che in questo periodo organizzano le gite e sollecitano i controlli. «I dirigenti delle scuole cittadine – chiarisce l’assessore comunale alla Scuola, Eva Avossa – sono autonomi nelle loro valutazioni ma tutti estremamente sensibili e attenti a ogni minimo dettaglio quando si tratta della sicurezza dei ragazzi, a maggior ragione se hanno la responsabilità di mandarli in gita». Rigore confermato da Claudio Naddeo , dirigente scolastico dell’Istituto Trani-Moscati e vicepresidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi. «Come dirigenti – spiega – siamo vincolati a un protocollo stabilito dal Ministero dell’istruzione. Ma al di là delle norme, con la stretta collaborazione delle famiglie, vigiliamo su ogni minimo dettaglio e il settore trasporto è fondamentale. Abbiamo la possibilità di chiedere indagini mirate alle forze dell’ordine e possiamo revocare il viaggio in ogni momento». È cambiato, peraltro, il modo di partire: «Molte scuole, a differenza di prima si servono anche del trasporto con i treni, visto che esistono dei pacchetti speciali per le gite, ma anche dei traghetti. Per quanto riguarda i miei ragazzi – conclude Naddeo – preferisco che si spostino per l’alternanza scuola-lavoro».

Eleonora Tedesco