Il caso

Burocrazia e rapinatori: a Coperchia anziani senza pensione

Pellezzano, l’ufficio postale chiuso dopo il colpo di dieci giorni fa. Ma a Capezzano non arriva l’autorizzazione e i soldi rimangono bloccati

PELLEZZANO. Quasi dieci giorni per sostituire serratura e maniglia dell’ufficio postale di Coperchia, danneggiati in seguito alla rapina dello scorso primo agosto.

E cittadini infuriati per il mancato pagamento delle pensioni, nonostante fossero stati dirottati, in attesa della riapertura (che ancora non è avvenuta), all’ufficio di Capezzano. È l’assurda storia con un ufficio postale “chiuso” per rapina e un altro non autorizzato a corrispondere le pensioni agli utenti non accreditati, a meno che non fossero in possesso della “carta libretto”. Insomma un bel pastrocchio, che è andato avanti per qualche giorno, in quanto non è stato disposto il trasferimento delle competenze. Ora la situazione sembra essere tornata alla normalità. Anche se, comunque, per inciso le riparazioni non sono state ancora effettuate e l’ufficio postale di Coperchia continua a essere chiuso. «Tutto si aggiusterà tra oggi e domani», fanno sapere, anche se non ufficialmente, da Poste italiane. Ma restano i disagi arrecati alla clientela e, soprattutto, il record in negativo per rimpiazzare serratura e maniglia. Un’operazione quest’ultima che avrebbe richiesto poche ore in un paese normale, ma non in Italia, dove tra burocrazia e permessi trascorrono anche dei mesi. E, a conti fatti, gli unici a pagare le conseguenze, come in questo caso, sono proprio i cittadini. A denunciare l’assurda e paradossale vicenda, attraverso la pagina facebook de “la Città”, con l’immancabile gioco al rimpiattino delle responsabilità , è stata Maria Teresa De Luca.

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Ha evidenziato come, dopo aver trovato chiuso l’ufficio postale di Coperchia, si sia recata a quello di Capezzano, seguendo le indicazioni affisse dinanzi all'ingresso sbarrato, per riscuotere le provvidenze economiche della figlia, di cui è tutore legale. Ma, dopo aver fatto la fila, si è materializzata l’amara sorpresa: «L’addetto mi ha comunicato che non era stata fatta nessuna disposizione in merito e che tutte le pensioni riscuotibili all’ufficio di Coperchia non erano state pagate. E che non si sapeva niente altro. Perciò mi ha invitata a fare un’altra passeggiata fra tre o quattro giorni».

Un comportamento non certamente professionale e la signora De Luca, ha tentato di contattare qualche funzionario di Poste italiane, per avere spiegazioni, ma non è riuscita nell’impresa.

«Non è il mio caso – conclude – ma potrebbe anche darsi che questi soldi, pensioni di invalidità e accompagnamento, possano essere vitali per molte famiglie e l’interruzione di un servizio pubblico mi sembra inqualificabile e inopportuna».