“Bullo” alle elementari La rivolta dei genitori

La lettera al dirigente scolastico: «Da tre anni violenze e soprusi sui bambini» Il ragazzo di 14 anni inserito in un progetto di recupero. Segnalazione all’Arma

Una storia di bullismo che si intreccia col disagio sociale: accade in una scuola periferica della città (omettiamo il nome per evitare di identificare i minori coinvolti) dove, da circa tre anni, si sta sperimentando un percorso di integrazione per un ragazzo “difficile” di 14 anni, che frequenta le classi delle elementari.

Una convivenza difficile da gestire per gli stessi insegnanti ed il direttore didattico ma che sta diventato insopportabile per alcuni gentori dei piccoli alunni: i piccoli sono continuamente vessati ed aggrediti dal loro compagno di classe di molti anni più grande. Aggressioni non solo verbali, ma veri e propri pestaggi, gratuiti quanto immotivati. Un caso classico di bullismo, insomma, che tiene in apprensione le famiglie del rione periferico della città.

L’episodio che ha scatenato la dura presa di posizione dei genitori è accaduto il 28 settembre scorso, quando il ragazzo “difficile”, dopo aver perseguitato all’ingresso dell’istituto scolastico alcuni suoi compagni, ha di nuovo picchiato un alunno che frequenta la quinta elementare, fino a tentare di strangolarlo. Per fortuna l’intervento di un altro bambino ha evitato il peggio; ma, intanto, la gravità dell’accaduto ha spinto il padre del piccolo a rivolgersi formalmente alla direzione didattica della scuola, denunciando in una lettera che, ormai da tre anni a questa parte, «non si contano le volte che io ed altri genitori siamo andati a scuola per lamentare atti di violenza e atti osceni di questo ragazzo. Ogni volta la risposta delle insegnanti è stata la stessa: un po’ di pazienza. Dopo tre anni e l’ennesimo episodio la pazienza è passata - scrive il genitore - io e mia moglie vogliamo avere la certezza che la scuola sia sicura, che non dovremmo essere costretti noi a far cambiare scuola a nostro figlio, visto che è educato e voluto bene da tutti». I genitori del bambino confidano perciò nell’intervento del dirigente «per avere la tranquillità della permanenza a scuola di nostro figlio». La vicenda è stata segnata anche alla locale stazione dei carabinieri affinché siano adottate le misure necessarie nei confronti del “bullo” che, a detta dei genitori degli alunni, perseguita i loro figli».(re.pro.)

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