«Bugie al Ruggi sulle ustioni subite da nostro figlio» 

I genitori minacciano un’azione legale contro l’ospedale «Un balletto di falsità prima di raccontarci la verità»

Il neonato ustionato alle nursery del Ruggi è tornato a casa. Il peggio è passato e per i genitori l’ingegnere Gianvincenzo Novarese e la geriatra Maria Mancini, ora rimane la rabbia per quanto accaduto quel 29 maggio in uno dei più importanti ospedali del Mezzogiorno: in arrivo azioni legali. Innanzitutto le condizioni del neonato, rimasto ustionato dopo un bagnetto che sarebbe stato eseguito mettendolo direttamente sotto l’acqua. «Il neonato quando è arrivato da noi – ricorda Maria Gabriella De Luca, primario della Terapia intensiva neonatale del “Cardarelli” di Napoli - era stabile e non in pericolo di vita. Aveva ustioni di secondo grado sull’8% del corpo. Ha ricevuto cure appropriate perché nel nostro nosocomio c’è il centro di riferimento regionale per i grandi ustionati. Non avrà segni delle ustioni in futuro».
E per l’amorevole cura ricevuta al Cardarelli sono arrivati i ringraziamenti dei genitori del piccolissimo paziente. Strali dei genitori, invece, contro la Neonatologia a Salerno.
«Ci siamo sentiti presi in giro – afferma la mamma del bimbo - Poco dopo il parto, dalla Neonatologia hanno detto alla mia ginecologa che il bimbo non sarebbe sceso perché si erano evidenziate piccole bolle dopo il bagnetto, tranquillizzandola. Lei mi ha riferito queste parole. La vicenda ci è apparsa strana perché mio figlio era nato in ottime condizioni. Dopo un paio di ore la pediatra mi ha annunciato il trasferimento in un altro ospedale di mio figlio. E mi è caduto il mondo addosso. Nessuno mi ha detto che si trattava di ustioni ma di un probabile caso di epidermolisi bollosa (una malattia genetica rara) o di un’ipersensibilità della pelle, la prima un’ipotesi incredibile, visto che le bolle erano localizzate e non diffuse su tutto il corpo». E il padre aggiunge: «La primaria Maria Corbo mi ha detto che mio figlio aveva una forte eruzione cutanea causata dal fatto era che era stata troppo nella pancia della mamma o da epidermolisi bollosa e che erano necessarie delle analisi. In quel momento è salita mia sorella, medico al pronto soccorso di Cava de’ Tirreni, che si è presentata come collega. Alla diagnosi di una possibile epidermolisi bollosa mia sorella ha eccepito che poteva essere un’ustione da bagnetto ma la primaria ci ha detto che la Tin del Ruggi era un reparto di eccellenza e non era possibile un errore simile. Dopo due ore il chirurgo pediatrico ci ha detto che era un’ustione ma, ufficialmente, lo abbiamo saputo solo alle 16, al Cardarelli». Le presunte non verità raccontate dal reparto del Ruggi continuano: «Ci hanno fatto credere che l’ambulanza non arrivava, per questo mio figlio non veniva trasferito a Napoli – ricorda la mamma - Allora ho chiamato la centrale del 118 e ne ho sollecitato l’arrivo ma mi hanno risposto che era già da ore al Ruggi in attesa che il paziente. Probabilmente, alla Tin hanno atteso prima di stabilizzare il piccolo e poi di trasportarlo: a questo punto perché dire una cosa non vera? Intanto, io sapevo ancora che si trattava di un’epidermolisi bollosa». I genitori lamentano che solo la primaria ha avuto un’interruzione dell’incarico ma la puericultrice che aveva in affidamento il bimbo è ancora in servizio. Al procedimento disciplinare instaurato al Ruggi, verrà affiancata,quindi, un’azione giudiziaria intentata dai genitori del piccolo.
Salvatore De Napoli
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