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Buche e spazzatura Il Valico di Chiunzi senza interventi

TRAMONTI. Asfalto rattoppato e al limite della praticabilità, buche profonde, che mettono a dura prova le sospensioni delle autovetture, disseminate lungo l’intero percorso. E, come ciliegina sulla...

TRAMONTI. Asfalto rattoppato e al limite della praticabilità, buche profonde, che mettono a dura prova le sospensioni delle autovetture, disseminate lungo l’intero percorso. E, come ciliegina sulla torta, spazzatura abbandonata un po’ ovunque. E’ questo lo sconcertante biglietto da visita che i turisti si trovano di fronte quando affrontano i tornanti del Valico di Chiunzi.

Un’arteria provinciale, la numero 2, che è una della principali vie d’accesso alla Costiera amalfitana che, soprattutto nel periodo di alta stagione turista, è percorsa da migliaia di vacanzieri. Tant’è che, per facilitare l’accesso al comprensorio amalfitano, è stato anche attivato, da pochi mesi, il nuovo casello di Angri Sud, che immette direttamente sulla striscia d’asfalto che porta fino a Chiunzi e, quindi, nei paesi del comprensorio amalfitano. Nulla, però, si è fatto per migliorare il manto stradale e, perciò, avventurarsi lungo la striscia di asfalto, in taluni casi, diventa veramente un’impresa, proprio a causa dell’incuria che caratterizza non solo la carreggiata. La situazione di abbandono del Chiunzi, però, non è una novità dell’ultima ora, ma si trascina oramai da tantissimi anni. E a niente sono servite le moltissime lamentele giunte, a più riprese, a Palazzo Sant’Agostino.

Nessuno, infatti, ha mai preso seri provvedimenti e, così, lo stato di degrado invece di migliorare è addirittura peggiorato, con uno spettacolo a tratti indecoroso. Che la situazione di degrado, comunque, sia la stessa da tanti anni, lo testimoniano anche le tante proteste inoltrate nel corso di questi ultimi anni. Che culminarono, nel luglio del 2005, con la minaccia dell’allora sindaco di Tramonti, Armando Imperato, di chiudere il Chiunzi, nel tratto di competenza, al transito veicolare.

Una presa di posizione che non ebbe seguito, anche perché l’intenzione fu esternata soprattutto per provocare le autorità competenti e porre rimedio ad una condizione che diventava sempre più precaria.

Gaetano de Stefano

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