Buche e asfalto sconnesso È boom di risarcimenti 

Già finiti i 600mila euro stanziati nel bilancio, si attinge ad altri 150mila Tra le vittime della scarsa manutenzione anche l’ex senatore Andria

Seicentomila euro e non sono bastati. È la somma che il Comune di Salerno aveva stanziato per il risarcimento, nel 2017, dei danni causati da buche stradali e altre responsabilità civili, e che a poco più di metà anno si è già rivelata insufficiente. «Allo stato le risorse assegnate sono state tutte già utilizzate» si legge in una determina dirigenziale che pochi giorni fa ha disposto di attingere ad altri 150mila euro, appostati nella variazione al bilancio di previsione approvata dal consiglio comunale a fine luglio, quando già cominciava a essere chiaro che lo stanziamento iniziale non sarebbe bastato. Sono soldi che servono per pagare tutti gli incidenti e infortuni che non rientrano nella franchigia imposta dalle compagnie assicurative, divenuta negli ultimi anni sempre più alta. Se fino al luglio del 2012 restavano a carico delle casse municipali solo i risarcimenti di importo inferiore ai 7.500 euro, questa soglia è già salita a 10mila euro dalla seconda metà di quell’anno, quando Palazzo di Città ha rinnovato il contratto con la medesima compagnia assicurativa, la Aig Europe Limited (già Chartis Europe S.A.). Quando poi, nel luglio del 2015, è stata firmata con la Lloyd’s Sindacato Qbe una nuova polizza con validità triennale, la franchigia per il pagamento dei sinistri è aumentata fino a 25mila euro. Tutti i risarcimenti al di sotto di questa cifra – siano essi frutto di transazioni o di sentenze esecutive – sono a carico del Comune, che si trova così a fare fronte a un esborso crescente. Anche perché le richieste continuano a essere moltissime.
In questo mese di agosto gli uffici hanno dovuto provvedere sia a liquidare vecchi sinistri che a costituirsi in giudizio per nuove citazioni. Tra chi ha fatto le spese di una manutenzione stradale carente figura anche un nome noto, quello dell’ex senatore Alfonso Andria, che il 20 agosto del 2003 rovinò a terra dalla sua vespa alla rotatoria del parco Arbostella. Sull’asfalto c’era una macchia d’olio, ma forse non sarebbe accaduto nulla se la strada non fosse stata dissestata. Invece la vespa sbandò, nonostante una velocità che si attestava sui venti chilometri orari, il parlamentare ne subì la frattura di tre costole e di un braccio e sarebbe potuta andare anche peggio se non avesse avuto in testa il casco protettivo. A quattro anni da quell’episodio il Comune ha disposto la liquidazione di un risarcimento concordato in transazione, ma l’avvallamento stradale è ancora lì e nel corso del tempo si è fatto più profondo.
Poi ci sono i marciapiedi. Un’altra liquidazione firmata pochi giorni fa ha come beneficiario una donna caduta nell’estate del 2015 a causa di una mattonella sconnessa in via Antonio Gramsci. Ad aprile il giudice di pace le ha dato ragione, riconoscendo la responsabilità del Comune e disponendo quindi il risarcimento. Caso analogo nel sottopasso di via Dalmazia, dove un’altra buca ha provocato nel maggio del 2013 la caduta di una donna, che ora si è vista riconoscere dal giudice il diritto al risarcimento delle ferite e delle spese legali. E ai vecchi contenziosi continuano ad aggiungersene di nuovi. Solo nelle ultime settimane l’ente ha dovuto dare via libera alla costituzione in giudizio per almeno altre quattro richieste di risarcimento. Il motivo? Mattonelle saltate in via Vacca, manto stradale sconnesso in via Nicola Aversano, marciapiede dissestato in via VI settembre 1860. E così via.
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