LA VERTENZA NEL CRATERE

Buccino, rifiuti: braccio di ferro tra Comune e Tar

 L’autorizzazione per l’impianto Buoneco al centro del contenzioso. I giudici: entro 30 giorni si pronuncino gli amministratori

BUCCINO - Toccherà al Comune pronunciarsi entro 30 giorni davanti ai giudici del Tar, circa l’istanza di richiesta di un permesso a costruire comunale sul quale l’Ente volceiano non si espresse, facendo proseguire l’iter di approvazione per “silenzio assenso” su un progetto di realizzazione di un impianto di trattamento aerobico per la lavorazione di 113mila tonnellate di rifiuti nel lotto 18 della zona industriale presentato dalla società Buoneco. A deciderlo sono stati i giudici del Tar, Paolo Severini, Gaetana Marena e Olindo Di Popolo , sul ricorso promosso dalla Buoneco difesa dai legali Fortunato e Verderosa, contro il Comune di Buccino difeso dall'avvocato Giancristiano , nel quale ha fatto ingresso in opposizione, l’industria conserviera Icab difesa dall'avvocato Enzo Maria Marenghi che ha chiesto la dichiarazione di illegittimità del silenzio assenso del Comune di Buccino sul permesso a costruire l’impianto di rifiuti. L’ente dovrà presentare una relazione in merito allo stato del ricorso contro il decreto della Regione Campania che nel 2019 esclude il procedimento di rilascio dell’autorizzazione Via integrata per la realizzazione dell’impianto.

Tutto inizia 2016 quando la Buoneco acquista il lotto per oltre un milione di euro, inviando il progetto a Regione e Comune ai fini del rilascio delle autorizzazioni ambientali e paesaggistiche. Il Comune non si oppone e né chiede chiarimenti alla società salvo, poi, opporsi quando il progetto prosegue nel suo iter con il silenzio assenso comunale. L’iter per il rilascio delle autorizzazioni prosegue così in Regione fino al 2017 quando, il consiglio generale della Comunità Montana Sele e Tanagro si oppone all'insediamento.

Opposizione anche da parte del consiglio comunale che individua la zona industriale di Buccino come «area di crisi non complessa - distretto industriale alimentare», accompagnato da una delibera di giunta di una variante al Puc che trasforma la zona industriale in “distretto agro-alimentare”, ma che finisce in un ricorso davanti al Tar promosso dalla Buoneco che ne chiede l’annullamento. A febbraio 2019, la Regione dà diniego all'impianto Buoneco, salvo fare dietrofront un anno dopo, quando la commissione regionale si accorge che il decreto dell’anno precedente era errato, concedendo parere “favorevole”.

A marzo dello scorso anno, la commissione comunale paesaggistica rigetta l’autorizzazione presentata dalla Buoneco che ricorre al Tar per chiedere l’annullamento degli atti comunali. Così, l’iter ad aprile vede i giudici del Tar 'bocciare' la variante al Puc, ma ad opporsi al silenzio assenso e all'impianto, c'è l’azienda Icab s.r.l. che presenterà un ulteriore ricorso alla sentenza del Tar contro l’impianto di rifiuti.

Maria Teresa Conte