Btp, gli operai si prendono la fabbrica

Presentato un progetto di riconversione della produzione per acquisire lo stabilimento e salvare novanta posti di lavoro

Acquisire lo stabilimento dalle mani dell’imprenditore genovese Gian Federico Vivado, convertire la produzione nel settore dell’energia rinnovabile e nel fotovoltaico, utilizzando magari risorse pubbliche provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Campania.

È questa l’ultima soluzione immaginata dai circa 90 lavoratori della Btp Tecno di Battipaglia, da mesi vittime di una drammatica situazione che li vede – loro malgrado – senza più un posto di lavoro all’interno di una società ad un passo dal fallimento. Nonostante i tanti incontri a Roma, presso la sede del Mise, gli interessamenti più o meno concreti da parte di politici locali e nazionali, la presenza di un misterioso tycoon libico verosimilmente interessato ad acquisire lo stabilimento battipagliese, la Btp Tecno continua a scivolare negli abissi di un destino ormai segnato da tempo.

I libri contabili dell’azienda sono depositati presso il Tribunale di Genova, la società è in liquidazione a seguito della sciagurata gestione di Gian Federico Vivado, i sindacati sembrano avere pochi spiragli di dialogo con la proprietà. In mezzo ci sono i lavoratori, uniche vittime reali dell’intera vicenda. Gli stessi lavoratori che, solo cinque anni fa, avevano sperato in un futuro più sereno dopo anni di vertenze e difficoltà tra i ranghi dell’Alcate Lucent. Raggi di sole che sembravano provenire dalla cessione di una grossa fetta dell’azienda dalla multinazionale a maggioranza francese alla Btp Tecno.

Una serenità durata fin troppo poco per lavoratori che sembrano ormai abituati più alle lotte per conservare il posto di lavoro piuttosto che a sfruttare le proprie conoscenze al servizio dell’azienda. Una situazione paradossale che sembra aver convinto i dipendenti della Btp a mettersi in proprio.

Si sta studiando, in sintonia con alcuni professionisti della zona tra consulenti del lavoro, avvocati, commercialisti ed esperti di finanza e di finanziamenti, la possibilità di realizzare una start up di cui possano essere proprietari gli stessi lavoratori.

I lavoratori, acquisendo lo stabilimento sulla zona industriale battipagliese, passerebbero così dall’essere dei dipendenti al ruolo di veri e propri imprenditori all’interno di una società allargata che produrrebbe reddito per l’azienda e loro stessi.

Abbandonando le tecnologie legate alla comunicazione ed apparati elettronici, l’azienda cambierebbe completamente le proprie lavorazioni, spostandosi sull’energia rinnovabile e sul fotovoltaico. Settori in forte ascesa e che facilmente possono accedere a specifici finanziamenti messi a disposizione dal governo centrale. La proposta sarebbe già ad uno stato avanzato, al punto da essere stata presentata poche settimane fa agli uffici preposti della Regione Campania.

L’iter burocratico sarebbe piuttosto lungo, ma – in caso di esito positivo – potrebbe valere da esempio per molti altri lavoratori coinvolti in vertenze all’interno delle fabbriche e delle aziende dove lavorano. Già scelto il nome della nuova società. Si chiamerebbe Btp Energy.

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