Brucia Monte S. Angelo, evacuate 40 case 

Il canadair arrivato in mattinata è andato via alle 13.30 e la situazione è precipitata. Paura a San Martino e Contrapone

Quaranta abitazioni sgomberate e un monte che da tre giorni continua a bruciare. L’odore acre, il caldo asfissiante, l’assenza di mezzi di soccorso ha fatto il resto. Monte Sant’Angelo è divorato dalle fiamme, non ha più una cima perché completamente avvolta dal fumo. Una situazione andata via via peggiorando da martedì, quando le prime fiamme sono partite dalla cima. In quell’occasione due sono stati gli elicotteri, uno dei vigili del fuoco l’altro del servizio anticendio boschivo della Regione, che per quasi ventiquattro ore hanno fatto da spola tra la montagna e la vasca di acqua di 19mila litri approntata all’ex velodromo, a due passi dal Comando della polizia locale cavese. Impossibile operare da terra, per via di alcuni ordigni della seconda guerra mondiale rimasti inesplosi. Si arriva così a ieri quando, per tutta la mattinata, ha operato un solo canadair, giunto da Roma. Il mezzo antincendio ha cercato di arginare le fiamme che su più fronti stavano pericolosamente lambendo le abitazioni. Dalla cima del monte, il fuoco ha avuto vita facile per via delle sterpaglie secche presenti nel sottobosco, che hanno spinto il fuoco ed il fumo verso la località San Martino e la zona alta di Passiano.
Alle 8.02 l’arrivo in zona del Canadair; intorno alle 11, invece, l’arrivo di un elicottero Ericsson. Entrambi i mezzi aerei sono stati coordinati da terra dagli uomini dell’Antincendio boschivo che sostano nei pressi del Comando di polizia locale. Un punto strategico, perché consente di osservare il monte su entrambi i fronti. Data la facile manovrabilità, l’elicottero ha cominciato subito a scaricare acqua sul fronte Sud Est dell’incendio, quello al confine con la Costiera Amalfitana. Neanche il tempo di effettuare sette interventi che il mezzo aereo è stato dirottato a Benevento per un altro incendio. Poche ore dopo, intorno alle 13.30, il Canadair è dovuto ritornare alla base di Lamezia Terme per il rifornimento di carburante e per il cambio dell’equipaggio. Una pausa stimata di quasi due ore e mezza, allo scadere delle quali gli uomini sul posto hanno scoperto che, di ritorno dalla Calabria, quel Canadair diretto a Cava de’ Tirreni era stato spostato prima a Camaldoli e poi a Roma. Insomma, per tutto il pomeriggio di ieri la situazione a Monte Sant’Angelo si è drammaticamente evoluta. «Nessun mezzo aereo a disposizione» è stato più volte riferito dalla Regione. A quel punto l’ordinanza di evacuazione firmata dal sindaco Vincenzo Servalli è diventata l’unica via percorribile. Il vento e l’assenza dei mezzi aerei hanno portato le fiamme a un centinaio di metri dalle case e così il sindaco, dopo aver interpellato il prefetto Salvatore Malfi, ha dovuto firmare l’ordinanza di sgombero per 40 abitazioni di San Martino e Contrapone. Per gli abitanti sono stati allestiti letti nella scuola elementare di San Martino. «Al termine dell’emergenza sarà necessaria un’attenta riflessione – ha riferito Servalli – sulle criticità emerse, le insufficienze e i ritardi nello spegnimento».
Giuseppe Ferrara
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