Brigadiere si uccide davanti alla caserma

Il 53enne napoletano si è sparato un colpo di pistola alla tempia nella sua auto. Giallo sui motivi: un biglietto per i familiari

Si è ucciso sparandosi un colpo di pistola alla tempia a venti metri dalla caserma di Battipaglia lasciando un messaggio col quale salutava i suoi familiari. È morto così il brigadiere Giuseppe Granata, 53 anni, in servizio al nucleo investigativo dell’Arma di Napoli. Originario di Villaricca, nel Napoletano, risiedeva ad Amantea, in provincia di Cosenza, con la famiglia. Ieri mattina, poco dopo le 4, è arrivato a Battipaglia ed ha parcheggiato la sua auto, una Daihatsu Teros di colore grigio, nel parcheggio a pettine di piazza Caduti di Nassyria. Pensava forse di salutare il capitano Erich Fasolino, col quale aveva collaborato quando l’ufficiale era in servizio nel capoluogo campano prima del trasferimento a Battipaglia, al comando della Compagnia. Un addio prima di togliersi la vita.

La dinamica. Il colpo di pistola è stato sparato con l’arma di ordinanza. Il proiettile, dalle prime analisi, è uscito sotto orbita oculare sinistra. La forza dello sparo ha frantumato il vetro ed il proiettile che si è sgretolato, è uscito dall’abitacolo. È stato un colpo solo, secco e deciso sparato da chi, per ragioni di servizio, conosce bene come maneggiare un’arma. Il corpo senza vita del brigadiere Granata era sul sedile passeggero con la pistola accanto. La morte è collocabile tra le 4 e le 5 del mattino.

La scoperta. Una commerciante di via Serroni ha trovato il cadavere poco prima delle 8. La donna si è insospettita della presenza del vetro in frantumi a terra. In un primo momento aveva pensato ad un tentativo di furto. Invece, quando si è avvicinata all’abitacolo della Daihatsu ha scorto il corpo del brigadiere ormai senza vita. In tutta fretta ha percorso quei venti metri che separano l’auto del suicida dal citofono dei carabinieri. Ha così dato l’allarme e fatto scattare i soccorsi. Inutili, purtroppo. Sul posto è giunta un’ambulanza del 118, ma il medico ha solo potuto accertare il decesso.

Le indagini. Come prima atto è stata delimitata la zona del suicidio, chiudendo le strade di accesso al traffico pedonale e veicolare a quell’ora molto intenso. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Servizio investigativo scientifico (Sis) di Salerno. I militari hanno fatto una ricognizione intorno all’abitacolo dell’auto, repertando tutto quanto fosse utile alle indagini. A coordinare l’attività investigativa c’era il capitano Fasolino, che ha avuto alle sue dipendenze il brigadiere Granata. Le indagini, invece, sono state affidate al pm Maurizio Cardea, magistrato di turno. Il luogo.

Dopo aver rinunciato ad incontrare il suo ex comandante, il sottufficiale è rientrato in macchina ed ha attuato il suo piano. Il suv era parcheggiato a circa un metro e mezzo dal cordolo che delimita l’area di sosta. Segno che il parcheggio è stato frettoloso. La scelta di non allontanarsi dalla caserma potrebbe essere stata quella di avere un posto frequentato per far trovare subito il corpo. Sul cadavere è stato eseguito nella stessa mattinata l’esame esterno dal dottor Giovanni Zotti. Il corpo, su disposizione del pm, è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Battipaglia. Domani a Napoli una cerimonia di commiato. Ancora ignoti i motivi che hanno spinto il brigadiere a scegliere Battipaglia come il luogo in cui togliersi la vita. Le risposte potranno arrivare solo dalle indagini che i carabinieri stanno svolgendo nel massimo riserbo.

Massimiliano Lanzotto

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