Box in piazza Cavour Ricorso contro Miccio

La ditta Andreozzi si rivolge al Tar: «Dalla Soprintendenza violazioni gravissime Si è rifiutata di esaminare il progetto in contraddittorio con le parti»

«La Soprintendenza «si è totalmente rifiutata di esaminare il progetto nel contraddittorio con le parti». Una «circostanza gravissima», che ha spinto l’Andreozzi costruzioni Srl, capofila dell’Ati che avrebbe dovuto realizzare i parcheggi interrati in piazza Cavour, a presentare ricorso al Tar contro il Ministero per i Beni e le Attività culturali. La secca bocciatura della Soprintendenza - dopo un iter segnato dai continui ripensamenti dell’Ente di via Tasso - viene contestata per «carenza assoluta del presupposto, sviamento, arbitrarietà e contraddittorietà manifesta». Dopo un tira e molla l’Ati chiese annullamento del parere negativo espresso, il 20 dicembre, dal soprintendente Gennaro Miccio. L’ordinanza dei giudici del Tar sottolineò che, alle riscontrate irregolarità procedimentali si poteva ovviare con una nuova conferenza di servizi nella quale la Soprintendenza avrebbe dovuto pronunciarsi «in ordine alla contestata esistenza e natura del vincolo, esponendo in guisa motivata le ragioni del proprio eventuale dissenso, in ordine alla fattibilità del progetto, formulando, se del caso, le condizioni per il suo superamento». Ma così non è stato, almeno secondo il gruppo Andreozzi. La Sopritendenza - si legge nel ricorso depositato il 29 marzo dall’avvocato Marcello Fortunato- «si è totalmente sottratta all’ordine del Tar. Il parere contrario reso: esula da qualsiasi contraddittorio, addirittura non esamina il progetto, si fonda solo ed esclusivamente su presunti profili procedurali». Le contestazioni mosse erano sostanzialmente tre e riguardavano un foro corrispondente all’attuale aiuola, la cabina in vetro di un’ascensore e le fasi di cantiere. La ditta aveva incassato i rilievi, depositando in tempo utili i correttivi: «E’ stata mantenuta la linearità e continuità del lungomare; si è fatto ricorso ai materiali indicati dalla Soprintendenza; è stata prevista la conservazione e valorizzazione del parapetto in mattoni attualmente presente sul lato mare; non è stato previsto alcun intervento sulla scogliera; è stata prevista la soppressione dell’attuale parcheggio con la previsione di un’area pedonale». Quanto all’esistenza di un vincolo paesaggistico, «l’area in oggetto era già ricompresa nel perimetro del centro edificato». Di qui la richiesta di annullamento del verbale della conferenza di servizi del 12 marzo in considerazione del «danno grave e irreparabile» arrecato e di censura nei confronti della Soprintendenza. Anche il Comune è pronto a fare ricorso, ma come annunciato da Alberto Di Lorenzo, dell’ufficio staff del sindaco, rivolgendosi direttamente ad un organismo superiore, insediato presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

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