Box in piazza Cavour «Il progetto è da rifare»

Ieri in Comune la conferenza dei servizi sulla creazione dei parcheggi interrati Vincolo paesaggistico: la Soprintendenza chiede di ridisegnare l’intervento

Parcheggi interrati in piazza Cavour: il progetto è da rifare. O per lo meno da rivisitare, tenendo conto delle osservazioni sulle “criticità” rilevate dalla Soprintendenza Bap di Salerno e Avellino e racchiuse nel “preavviso di diniego” presentato ieri mattina durante la conferenza dei servizi tenutasi in Comune e sul quale - da quì al 12 marzo, giorno in cui i soggetti coinvolti nel procedimento si riuniranno di nuovo - dovranno lavorare i progettisti dell’opera per far sì che l’ente dia il suo placet. Questo l’esito della riunione ordinata dal Tar e svoltasi ieri mattina nella sala Giunta di Palazzo di Città, alla quale hanno preso l’architetto Giovanni Villani, in rappresentanza della Soprintendenza - su delega di Gennaro Miccio risultato assente -, Alberto Di Lorenzo, capo ufficio staff del sindaco per il Comune di Salerno, i dirigenti dell’ufficio Urbanistica, il responsabile e il validatore del procedimento e i privati proponenti - principalmente gli esponenti di Andreozzi costruzioni - accompagnati dai loro consulenti legali e tecnici. Dalla riunione durata più di tre ore, l’unica certezza emersa, ed è stato lo stesso Di Lorenzo ad affermarlo, è che l’area in cui sono stati progettati i box interrati è sottoposta a vincolo paesaggistico, ex articolo 142 del Codice del Paesaggio. «Abbiamo fugato ogni dubbio - ha aggiunto il capo ufficio staff del sindaco - quindi non parliamo di un vincolo di assoluta inedificabilità». La vera novità della riunione di ieri è stata, però, rappresentata dalla deposizione delle “criticità” del progetto rilevate dalla Soprintendenza - che aveva già espresso la sua contrarietà ai parcheggi a dicembre - riconducibili a tre ordini di motivi: il primo riguarda la discontinuità che si verrebbe a creare sul lungomare a causa del foro di areazione previsto in luogo dell’attuale aiuola; il secondo, la presenza dei volumi costituiti dall’ascensore e dalle scale che conducono ai box; il terzo pone, invece, l’accento sulla «fasizzazione del cantiere», ossia la realizzazione dell’opera nel tempo, che deturperebbe il paesaggio. Su queste “criticità” ora dovranno mettersi al lavoro i progettisti per verificarne il superamento. Per apportare, se possibile, quelle modifiche chieste dalla Soprintendenza al fine di poter valutare nuovamente il progetto. La conferenza è stata aggiornata al 12 marzo, data in cui i progettisti dovranno presentare le variazioni richieste dalla Soprintendenza «per fare in modo che l’opera si faccia. Certo è - ha aggiunto Di Lorenzo - che se le circostanze avanzate dalla Soprintendenza non dovessero venire soddisfatte, essa potrà determinarsi in senso contrario ma nell’effettivo contraddittorio tra le parti e nel procedimento che si sta snocciolando».

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