Bove in Tribunale La Procura ha chiesto il sequestro dei beni

Il provvedimento è stato rifiutato, ma ad aprile si va in aula La rabbia dell’ex consigliere: «Vita stravolta senza prove»

«Quando un pubblico ministero insegue le sue convinzioni, ha diritto di entrare a gamba tesa nella vita di un uomo senza avere alcuna prova concreta della sua colpevolezza?». Enzo Bove, 47 anni – gli ultimi nove trascorsi tra avvocati, udienze giudiziarie e ricorsi dopo il suo arresto avvenuto il 20 dicembre del 2005 per associazione a delinquere di stampo mafioso – ha deciso di uscire dal silenzio dietro il quale, fino a ieri, si era trincerato per affrontare il periodo più buio della sua vita e ha deciso di dire la sua sulla vicenda di cui è stato protagonista. Che non si è conclusa con l’archiviazione del procedimento a suo carico, nel gennaio 2006, per mancanza di indizi di colpevolezza ma è continuata e, in qualche modo, è ancora in corso. «La Procura di Salerno ha continuato a indagare sulla mia persona alla ricerca della pietra verde – scrive Bove in una lettera sfogo in cui ripercorre gli ultimi anni – Nel 2007 il pm Rinaldi affidò a un consulente tecnico l’incarico di analizzare i miei ultimi dieci anni di movimenti bancari. Ne venne fuori una «mastodontica consulenza – 600 pagine più tanti faldoni di allegati, fa sapere Bove – che venne subito riposta nel cassetto del magistrato. Dopo tanti anni – continua l’ex consigliere comunale, imprenditore della movida prima e dei supermercati poi – il pubblico ministero Centore prende questa ctu e, unendola ad una serie di dichiarazioni di pentiti vari, decide di richiedere la misura di prevenzione del sequestro di tutti i miei beni» . Lo scorso 9 dicembre il Tribunale per le misure di prevenzione ha rigettato la richiesta con decreto, ma ad aprile ci dovrà essere la discussione in aula, decisa dal giudice Pagano. Bove però non ha voluto aspettare quella che lui chiama una «mera formalità» e ha deciso di parlare ora. È esasperato e arrabbiato: «Il magistrato – scrive – ha richiesto la misura di prevenzione avendo in mano una consulenza che dopo un anno di lavoro, all’ultima pagina (quella delle conclusioni, quindi la più importante) dichiara che il fatto più anomalo sui cui puntare l’attenzione è che, inspiegabilmente, “all’improvviso, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006 si azzerano i movimenti bancari sui conti del Bove”. Ma il magistrato avrebbe dovuto ricordare che il 20 dicembre del 2005 sono stato arrestato e dal carcere è un po’ difficile fare movimenti bancari».

Poi l’ex consigliere dei Progressisti si lascia andare a un vero e proprio sfogo: «Ma lo sanno questi signori che ancora oggi, a distanza di nove anni, una persona perbene si sveglia durante la notte in preda al panico, immaginando di aver sentito il campanello suonare? Ma lo sanno questi signori – continua – che la semplice visione di un mezzo della polizia penitenziaria può far piangere come un bambino». Infine la riflessione: «Senza voler minimamente limitare il diritto di una procura di indagare, è lesa maestà chiedere quanto meno di farlo su basi certe e chiare prima di stravolgere la vita di un uomo?».

©RIPRODUZIONE RISERVATA