Botte, minacce e pedinamenti alla ex moglie 

Rischia il processo un paganese che picchiò la donna davanti ai figli dopo aver sfasciato casa

Offese, minacce e persecuzioni costituivano il solito copione per le accuse contestate a un quarantatreenne paganese che picchiava e maltrattava continuamente la moglie, facendola diventare il bersaglio delle sue ossessioni dopo averla costretta a sopportare un violento regime coniugale. L’uomo spaccava mobili e sedie per sfogare la sua furia, prendendosela con lei: «Devi morire nel sonno - le diceva – quello che hai vissuto finora è nulla rispetto a quello che devi vivere». Le sue offese e le sue minacce proseguivano giorno per giorno, tra devastazione degli ambienti di casa, botte e minacce senza sosta, spesso anche davanti ai figli minori.
La persecuzione era iniziata dopo la fine del rapporto, l’uomo aveva iniziato a seguire la donna fino a diventare il suo incubo. Così l’imputato, raggiunto dalla richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura, ora attesa dal vaglio del gup che deciderà sull’eventuale processo, si presentava sul luogo di lavoro di lei, la pedinava ripercorrendo le sue tracce. La sua ragione di vita era oramai legata alla decisione della donna di interrompere la relazione e avviare l’iter per la separazione: una cosa inaccettabile per l’uomo, il quale non aveva alcuna intenzione di arrendersi, fino ad arrivare a commettere reati per convincere e costringere la donna a tornare sui suoi passi.
Sul luogo di lavoro, in particolare, l’uomo si fermava e attendeva la fine del turno per esercitare una forma di controllo costante; e dopo il lavoro, quando lei tornava a casa, anche lui si spostava e la seguiva in auto fino al luogo di residenza, e restava lì per ore come forma di controllo. All’esterno di casa monitorava le mosse di le, come una spia, concentrato nel renderle la vita impossibile e nell’impedire eventuali nuove frequentazioni, continuando insomma con l’azione offensiva e minacciosa contro la sua ex compagna.
Lei se lo trovava così dappertutto, in ogni posto, nuovo o abitudinario, nelle occasioni di lavoro e anche in quelle di svago. Tutto questo era diventato oramai parte del comportamento dell’ex consorte, protratto nel tempo e a lui contestato dopo la denuncia della donna, per un periodo arrivato fino a tutto il 2016, con la sopportazione della vittima arrivata al culmine e ora con il rischio del processo per l’ex.
Alfonso T. Guerritore
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