Botte e minacce all’ex moglie: a processo 

L’uomo aveva anche lasciato davanti casa della donna una statuina di Padre Pio come inquietante monito

L’ultima minaccia era stata una statuetta di Padre Pio lasciata all’ingresso di casa: era lì, sull’uscio, come una sorpresa a rovescio, all’attenzione della vittima attesa al rientro. Così l’ex marito, un quarantasettenne divenuto violento e incontrollabile dopo i “no” della donna, aveva segnato la porta dell’abitazione della ex coniuge, colpevole di averlo lasciato, e già fatta oggetto in precedenza di condotte persecutorie, minacce, telefonate e appostamenti continui. L’uomo, già destinatario di un divieto di avvicinamento emesso dal Gip su richiesta della procura di Nocera, a sua volta attivata dalle informative dei carabinieri di Sarno, dovrà rispondere in giudizio delle vicende ricostruite dalle indagini.
Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, il quarantasettenne seguiva spesso l’ex moglie fino a casa della madre, dove lei si era trasferita in seguito alla separazione consensuale, e poi al lavoro e sui luoghi frequentati quotidianamente, costringendola a cambiare abitudini. Al termine di una relazione coniugale durata anni con tre figli, la donna aveva deciso di chiudere tutto, per motivi seri che non lasciavano aperta alcuna possibilità. A quel punto erano cominciate le manifestazioni violente dell’ex marito, che non si era per niente rassegnato a subire la decisione, rivoltandosi in ogni modo, con tanto di botte e minacce di morte: agli atti dell’indagine ci sono anche dei referti sanitari. Da tempo lui si era messo letteralmente sulle tracce della donna, seguendola mentre era con amiche e conoscenti, fino a prendere di mira anche i suoi parenti e familiari. A raccontare del particolare della statuetta era stata la sorella della parte offesa, la quale aveva visto il reo allontanarsi dall’abitazione della vittima dopo aver posizionato in maniera inquietante il messaggio-reliquia. Tutto era parte di un progetto per intimidire e in qualche modo riconquistare la donna, fatta oggetto di numerosi comportamenti minatori culminati nell’effige del santo di Pietrelcina, adoperato in modo subdolo.
Gli episodi raccontati dalla donna riguardano un periodo protratto fino all’ottobre 2017, data ultima delle denunce con successive integrazioni: da lì, le documentazioni erano state inviate alla procura, finite poi nel fascicolo dedicato alla vicenda, con la contestazione di stalking e lesioni formalizzata nei riguardi dell’imputato.
Alfonso T. Guerritore
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