Botte e abusi sulla ex Giovane di S. Cipriano condannato a 4 anni

Lei lo aveva lasciato ma lui continuava a perseguitarla Per due volte l’aveva picchiata e costretta a fare sesso

SAN CIPRIANO PICENTINO. Lei lo aveva lasciato ma lui la fine di quel rapporto non l’aveva mai accettata. Aveva iniziato a pedinarla, a perseguitarla, finché in due occasioni non l’ha raggiunta da sola e l’ha picchiata e costretta a subire palpeggiamenti e altri atti sessuali.

Ieri il giudice dell’udienza preliminare Ubaldo Perrotta lo ha condannato a quattro anni e mezzo di carcere, al termine di un rito abbreviato che pure ha consentito una riduzione sulla pena edittale. Sul 28enne di San Cipriano Picentino (di cui omettiamo il nome per non identificare la vittima delle violenze) hanno pesato i precedenti per lo stalking, e la reiterazione di una condotta violenta che ha traumatizzato la donna costringendola a vivere nella paura.

I due avevano convissuto, ma un certo punto il rapporto si era logorato e lei aveva deciso di troncare. Da quel momento è iniziato una sorta di incubo, con avvicinamenti continui e un’escalation di violenza.

Due gli episodi arrivati ieri mattina al vaglio del giudice: uno risalente al novembre del 2015, l’altro del gennaio di quest’anno. In entrambi i casi la donna ha denunciato di essere stata picchiata, di aver dovuto subire le violenze sessuali e di esserne rimasta terrorizzata. Racconti raccapriccianti che confluirono in un’ordinanza di custodia cautelare per la quale il 28enne è stato portato in carcere. Il difensore Giovanni Chiarito aveva poi ottenuto l’attenuazione della misura in arresto domiciliari e di recente era stato concesso al giovane anche il permesso di uscire di casa per andare al lavoro. Le indagini condotte dal sostituto procuratore Giovanni Paternoster hanno tuttavia consentito di ricostruire un profilo che non ha lasciato spazio alla concessione di attenuanti. Così ieri la sentenza del giudice ha diminuito di soli due mesi i 4 anni e 8 mesi chiesti dal pubblico ministero nella sua requisitoria. In favore della donna è stato inoltre disposto il risarcimento del danno, che dovrà essere quantificato in sede civile. Intanto la sentenza di condanna contribuirà forse a restituirle una serenità che per mesi era andata perduta.

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