Boom di immigrati «Bisogna costruire gli alloggi popolari»

La relazione dell’assessore Barretta al sindaco Voza Allo studio una variante urbanistica per l’housing sociale

CAPACCIO. Capaccio tra i Comuni a rischio abitativo alto e medio alto in materia di edilizia residenziale sociale destinata alle fasce più deboli. Disagio determinato dalla crescita costante della popolazione; e soprattutto della comunità immigrata.

A sollevare la problematica, con una relazione inviata al sindaco Italo Voza e alla giunta comunale, è l’assessore alle politiche sociali, Rossana Barretta. La priorità è quella di incrementare la disponibilità di alloggi sociali attraverso iniziative di housing sociale in grado di realizzare interventi di edilizia sociale.

Sulla problematica la giunta comunale ha fissato degli indirizzi specifici in base ai quali viene stabilito che, gli ambiti da destinare ad edilizia residenziale sociale per la costruzione di alloggi, saranno quantificati in relazione all’effettivo bisogno abitativo, individuati in aree ricomprese in zone sufficientemente urbanizzate e limitrofe ai centri abitati. La costruzione avverrà per mezzo di una variante urbanistica.

«Dall’analisi dei dati – evidenzia Barretta – riportati dalle linee guida della Regione, in materia di edilizia residenziale e sociale, è possibile constatare che attraverso l’elaborazione dell’indice sintetico di disagio abitativo e la conseguente graduatoria, il comune di Capaccio è al 12esimo posto per disagio abitativo alto medio alto della provincia di Salerno, e al 41esimo su base regionale».

Barretta scende nel dettaglio: «Questo elemento già notevole, se preso singolarmente, diviene allarmante coniugandolo con la crescita costante della popolazione residente aumentata del 10,24% in 10 anni ( dati istat), e quella della popolazione immigrata che, in pochi anni, si è incrementata del 126, 88 %, ponendo Capaccio in provincia come primo comune per percentuale di immigrati». Dal 2004 al 2011 gli immigrati sono passati da 800 a 1.815 con un tasso migratorio pari a + 3,1%.

«A Capaccio, dove negli ultimi anni la crescita dei cittadini immigrati e non solo, è stata esponenziale – sottolinea l’assessore – con un costante aumento, non è pensabile di non intervenire per dare una risposta abitativa a tutti i cittadini che vivono questo disagio abitativo». Gli immigrati in Italia meridionale, pur essendo ormai insediati in modo stabile e regolarmente iscritti in contesti lavorativi regolari, hanno difficoltà maggiore ad avere accesso alle abitazioni sia in fitto che per l’acquisto. L’indicatore sintetico di disagio elaborato su base comunale ha tenuto conto di vari elementi valutativi quali: patrimonio abitativo in relazione alla popolazione residente e del suo grado di vetustità, dell’ utilizzo delle abitazioni, del peso della proprietà e della locazione.

Angela Sabetta

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