Boom di furti in poche ore «Siamo terra di nessuno» 

Ladri in azione in uno stabile di via De Caro, nel mirino diversi appartamenti  Una signora è riuscita a mettere in fuga i malviventi. E ora c’è chi vuole le ronde

Violati nel proprio rifugio, umiliati dalla barbarie di chi non ha avuto rispetto dei propri cimeli o dei propri mobili, addirittura osando entrare quando si è ancora in casa. È così che si sentono da ieri mattina gli inquilini di uno stabile in via Giuseppe De Caro, nel quartiere La Mennola, nella zona alta del rione Carmine, dopo che nella serata di venerdì uno o più malviventi si sono introdotti nelle loro abitazioni.
Un raid silenzioso, iniziato presumibilmente nel tardo pomeriggio e terminato intorno le 21 quando, al rientro a casa, una delle signore del condominio si è ritrovata la porta blindata richiusa dall’interno. «Pensavo ad un difetto della porta - ha affermato la donna, ancora sotto shock - ma poi mi sono resa conto che erano entrati in casa quando anche altri condomini hanno lamentato strani rumori e addirittura intrusioni».
Scattato l’allarme, sono intervenuti gli agenti della polizia e i vigili del fuoco. Pronti gli agenti, in caso i ladri fossero rimasti intrappolati all’interno dell’abitazione. Un timore svanito poco dopo quando gli agenti hanno potuto solo constatare la fuga dei malviventi.
Dopo una prima valutazione delle forze dell’ordine, questi si sarebbero introdotti nell’appartamento al primo piano manomettendo uno dei balconi che affacciano su un lato cieco dell’edificio. Una notevole prova di fisico e di destrezza dato che per fare ciò han dovuto arrampicarsi sulle tubature del gas a molti metri d’altezza, sfruttando le finestre aperte che davano sulle scale interne. Il bilancio è di tre appartamenti svaligiati in un solo stabile e un altro in un edificio adiacente, con le stesse modalità. Tutto in un paio d’ore al massimo.
Da valutare ancora i danni economici, forse ridotti dal tempestivo allarme, mentre si lavora sulle tracce lasciate dai ladri. Ma è stata la paura a farla da padrona, soprattutto quando una delle condomine, a letto con l’influenza, si è resa conto che nella sua stanza, c’era uno sconosciuto intento a rovistare in una borsa. Un’ombra, un guizzo e non ve n’era più traccia, lasciando solo la sensazione di non essere soli, confermata poco dopo dalla massa di oggetti sparsi sul pavimento.
Il panico tra i residenti si è diffuso in breve tempo, tra chi già da tempo non si sente più in un quartiere sicuro e chi non immaginava che dei ladri potessero osare tanto. La mattina seguente l’umore tra gli abitanti del quartiere non è dei più rosei. C’è chi parla di istituire delle ronde di quartiere, chi di effettuare dei lavori per mettere in sicurezza finestre e porte, chi lamenta di sentirsi abbandonato: «Non è la prima volta che accadono questi tipi di episodi qui - afferma Giorgio Santoriello, operatore per la raccolta porta a porta della differenziata che ben conosce il quartiere - Pochi mesi fa vi fu il furto dei pneumatici in via Salvatore Calenda, via De Caro e via Valerio Laspro. Le scene delle auto lasciate su mucchietti di mattoni le ricordiamo ancora. Ma anche negli appartamenti ci sono stati diversi furti o tentativi di furto mentre la notte gruppi di balordi rovistano nell’immondizia alla ricerca di materiali da rivendere, lasciando poi tutto sul suolo». Non solo un problema di sicurezza ma anche culturale: «La verità è la stessa da anni -conclude Santoriello - siamo isolati. E non è solo un problema di forze dell’ordine ma di reciproca attenzione verso il prossimo. È un quartiere dove ognuno si fa gli affari suoi e che da tempo è stato lasciato all’incuria e al degrado. E a nulla è bastato l’intervento sporadico di qualche politico di turno per risollevarne le sorti. Le attività commerciali chiudono, non vi sono ritrovi per i giovani e la sicurezza latita. Siamo una terra di nessuno».
Emilio D’Arco
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