Bond argentini ai clienti salernitani Carime condannata

La battaglia del Codacons contro banche e Poste Italiane Risarcito correntista iscritto per 9 anni nella centrale rischi

Storie di ordinaria ingiustizia. Esempi di come le banche possano trasformarsi in carnefici e i loro clienti in vittime sacrificali. Già, perché gli errori degli istituti di credito nei confronti degli utenti sono veramente tanti ma, stavolta, a soccombere non sono, come purtroppo spesso capita, i più deboli. Nel 2012, infatti, solo a Salerno e nella sua provincia, il Codacons regionale ha visto accolti ben nove ricorsi. I risultati del lavoro svolto accanto agli utenti siono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina. Tra i casi evidenziati, quello di alcuni correntisti salernitani della Carime che avevano visto volatilizzarsi i propri risparmi perché erano stati investiti, su consiglio dei consulenti bancari, nell’acquisto dei famigerati Bond argentini. «Il giudice Ricciardi del Tribunale di Salerno – ha evidenziato Matteo Marchetti, vice segretario nazionale del Codacons – ha sentenziato che la banca dovrà restituire ben 51mila euro, oltre interessi, ai risparmiatori che erano stati invoglianti ad acquistare Bond argentini, ritenendo che sia mancata la diligenza nel consigliare l’investimento».

Il report dei successi del Codacons, tuttavia, contiene anche altri “case history”. «A novembre, l’arbitrato bancario e finanziario della Banca D’Italia – ha spiegato Marchetti – ha riconosciuto come illegittima l’inserzione, da parte della Bcc cilentana, del nominativo di un consumatore, residente nell’area merdionale della provincia salernitana, nella centrale rischi per ben 9 anni. Infatti è stato ritenuto che la contestazione del credito non sia condizione sufficiente per l’appostazione a sofferenza e, perciò, adesso chiederemo anche i danni». L’utente per tanto tempo, fino a quando le sue ragione non sono prevalse, non ha potuto né chiedere prestiti e neppure accendere mutui, per essere stato inserito nella “black list” dei cattivi pagatori, vedendosi, in questo modo, sconvolta la vita. «Queste sono dimostrazioni – ha sottolineato il vice segretario nazionale dell’associazione dei consumatori – di come sia indispensabile avere il coraggio di reagire ai soprusi anche se si tratta delle banche che detengono il potere economico».

Di ricorsi vinti, tuttavia, ce ne sono ancora altri, inoltrati soprattutto alla Banca d’Italia perché dà risposte entro quattro mesi e si evitano, così, le lungaggini della giustizia ordinaria che «il più delle volte – ha aggiunto il rappresentante del Codacons – chiede anche la prova testimoniale, nonostante la sola documentazione sia più che esaustiva».

«Abbiamo fatto riconoscere ad un consumatore – ha concluso Marchetti – il diritto di sospendere il pagamento delle rate del mutuo ed anche della cancellazione dal sistema di informazioni creditizie, secondo l’accordo siglato tra Abi e Associazioni dei consumatori. E, inoltre, fatto condannare le Poste Italiane alla restituzione di migliaia di euro a clienti ai quali o erano stati clonati assegni oppure vittime di phishing e fatto restituire, con una transazione, il 90 per cento del capitale investito nei prodotti “My way for you”, promossi dal Monte dei Paschi di Siena».

Gaetano de Stefano

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