Bonavitacola attacca Letta «Su De Luca mediazione al ribasso»

Oggi riunione della commissione Statuto e vertice del sindaco coi fedelissimi: si decide la exit strategy del sindaco-viceministro dal governo

Il conclave di oggi con i fedelissimi, il sindaco Vincenzo De Luca lo ha indetto anche e soprattutto perché, a Palazzo di Città, è stata convocata la commissione Statuto. Oggi insomma i consiglieri che vi fanno parte hanno bisogno di capire quali sono le linee guida da seguire. Secondo le indiscrezioni che circolano a Palazzo la linea sarebbe quella di attendere l’esito del congresso provinciale del Partito democratico (il 6 novembre). Non tanto per capirne chi lo vincerà; ma piuttosto, secondo alcuni, per comprendere come si posizioneranno le varie anime del partito. Resta sempre in piedi la data del 17 novembre, quella entro la quale il dl 267 consentirebbe al sindaco, se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie, di ricandidarsi ad un terzo mandato. Cosa che sono in molti ad auspicarsi. Ed ecco forse perché le deleghe diventano indispensabili. «Sbaglia i Partito democratico se difronte al protrarsi di questa situazione non prende una posizione chiara» incalza l’onorevole Fulvio Bonavitacola che insieme ad altri undici colleghi campani, qualche giorno fa, ha interrogato il Governo sul ritardo per l’assegnazione delle deleghe. Ancora non si conosce la calendarizzazione, cioè quando ci sarà una risposta da parte del premier. Risposta a parte, Bonavitacola «trovo scandaloso e disdicevole che il presidente del consiglio non abbia ancora risolto il problema delle deleghe al vice ministro De Luca. È un obbligo di legge che scaturisce dall’atto di nomina e quindi è una grave omissione non provvedere in proposito».

Ma lei che idea si è fatto di tutta questa situazione?

«Credo che la presenza di De Luca, per le caratteristiche, per la sua forza politica e per il suo approccio dirompente sia una figura scomoda nella gestione all’interno del ministero delle Infrastrutture. Un ministero costruito all’insegna di una lottizzazione politica. E quindi credo che De Luca sia un personaggio scomodo, una nota stonata nell’orchestrina che stata allestita».

Come andrà a finire?

«Io non gioco ai pronostici. De Luca ha già inoltrato una lettera al premier dove ha intimato al presidente del consiglio a provvedere e si è riservato di motivare pubblicamente le scelte conseguenziali. È comprensibile che nei prossimi giorni si dovrà fare un bilancio di ciò che è accaduto e sarà De Luca a trarne le conseguenze».

Dodici parlamentari del Pd che firmano una interrogazione, però ha un significato politico anche all’interno del partito.

«Il Pd è unito su questa posizione. Il problema è il rapporto con Letta. Vorrei che fosse chiaro che una cosa è il Partito democratico, altra è Letta».

Prigioniero del Pdl?

«Affermare questa cosa, in questo momento, sarebbe anti storico. Diciamo che domina una mediazione al ribasso sul ministero delle Infrastrutture e non credo che sia una mediazione accettabile».

(ha collaborato

Angela Caso)

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