Bollette in ritardo Zona Irno in rivolta

I cittadini denunciano disservizi nella consegna della posta «Rischiamo di pagare la mora su atti che non riceviamo»

Bollette che arrivano già scadute. Ricevute di raccomandate lasciate nella buca della posta senza che prima ci si accerti, con una semplice citofonata, che ci sia qualcuno in casa. Riviste che spariscono. Comunicazioni ufficiali, anche di una certa importanza, che non sono mai state ricevute da chi le attendeva da tempo. Insomma, quello che stanno i vivendo i residenti di via Luigi Guercio, e strade limitrofe, è un preoccupante isolamento da quel che può definirsi la vita burocratica, a cui gli abitanti della zona chiedono che venga presto messa fine. Non si scagliano contro Poste italiane, o per lo meno non solo. Secondo i residenti dei condomini in cui da più di un mese si registra questo tipo di disservizio, gran parte della colpa è, infatti, da ascrivere ai messi notificatori, ossia quegli impiegati comunali che hanno il compito di portare a conoscenza del destinatario una copia conforme all’originale di un atto a lui destinato e ad esplicare gli effetti giuridici nei suoi confronti. Bollette, multe e convocazioni dal giudice di pace, tanto per fare qualche esempio. Bene, molti dei residenti della zona Irno lamentano che questo tipo di comunicazioni a loro viene recapitata con un forte ritardo, tanto da dover spesso pagare, nel caso di una multa, oltre all’importo previsto dalla sanzione, anche la mora derivante dal ritardo con cui si effettua il versamento. E tanti saluti all’eventuale contestazione che si intende presentare se si è convinti di non dover pagare nulla. Il termine per avviare il procedimento è bello che scaduto.

A segnalare il disservizio è stato l’ex presidente della circoscrizione Irno, Pietro Abbate: «Molti abitanti del quartiere hanno registrato lo stesso tipo di problematica legata al ritardo con cui arrivano comunicazioni importanti. Io invece - racconta - più volte ho trovato nella mia buca della posta ricevute di raccomandate che potevano tranquillamente essermi consegnate a mano in quanto nel momento della consegna mi trovavo a casa. Chi le ha recapitate non si è nemmeno preso la briga di citofonare, avrebbe così evitato a me, e a chissà quanti altri, di perdere mezza giornata per andare all’ufficio postale e ritirare quanto c’era da ritirare».

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