Bocche cucite, nessuno svela particolari

Gli operatori portuali non hanno notato nessun movimento anomalo. E gli inquirenti tacciono

SALERNO. Il giorno dopo la comunicazione dell’avvenuta operazione antiterrorismo al porto di Salerno, le bocche sono cucite. All’ufficio Dogana al Molo Manfredi nessuno vuole parlare.

Con molta cortesia, dalla direzione, spiegano che non sono autorizzati a rilasciare dichiarazioni. Consigliano, tuttavia, di parlare di quanto accaduto con il direttore interregionale, Alberto Libeccio. Che mercoledì, ha raccontato quanto accaduto alla Commissione ecomafie. Tuttavia, anche il Libeccio risulta irreperibile.

Il telefono del suo ufficio squilla inutilmente per l’intera giornata, così come quello della segreteria. Insomma, sembra che nessuno voglia svelare ulteriori dettagli della vicenda. Intanto, al porto di Salerno si lavora tranquillamente. I dipendenti svolgono come al solito i loro compiti, senza essere particolarmente allarmati per quanto rivelato. «Della vicenda specifica non sappiamo niente – spiega Antonio Carpentieri, segretario provinciale della Fit-Cisl – Qui è tutto molto tranquillo. D’altronde, difficilmente avremmo potuto conoscere qualcosa perché non apriamo noi i container». Infatti, questo è un compito che di norma viene svolto dalla Guardia di Finanza.

«Sono loro – aggiunge Carpentieri – che li aprono quando fanno i controlli. Di solito sono operazioni a campione». Quindi, i lavoratori non sono minimamente toccati dal fatto specifico. «Non abbiamo notato nelle settimane scorse grandi movimenti - precisa il sindacalista - a parte i controlli di routine». Anche per questo tra i dipendenti «non c’è alcun allarmismo», conclude Carpentieri.

Insomma, tutti sono sicuri di aver fatto il proprio lavoro e che quanto accaduto nei mesi scorsi non deve destare particolare preoccupazione. Forse una tale calma è dovuta anche al fatto che, finora, tutti sono stati ignari di quanto stava accadendo sotto i loro occhi. “Sinceramente non sapevamo nulla di questa vicenda – conferma Francesco Ceschini, segretario della Filt Cgil – Sicuramente non è una bella pubblicità per il porto di Salerno. Tuttavia aggiungo che ben vengano questi controlli e queste attività repressive». E’ indubbio, però, che la notizia abbia fatto clamore. Seppure tutti ne erano all’oscuro fino a questo momento, adesso che è diventata di dominio pubblico suscita discussioni animate.

D’altronde non capita tutti i giorni di sapere che sono stati sequestrati mezzi militari in disuso, diretti in Somalia e probabilmente per il gruppo islamista di Al Shabaab. Stiamo parlando della cellula somala di Al- Qaeda, formalmente riconosciuta nel 2012, ritenuta da numerosi governi e servizi di sicurezza occidentali una vera e propria organizzazione terroristica che si sarebbe macchiata di orribili crimini. E dato che la fonte della notizia è la più autorevole in campo non c’è alcun motivo per dubitarne.

Naturalmente la vicenda non è destinata a concludersi qui. Ci sono ancora le indagini della magistratura in corso e sembrerebbe che del fatto se ne stia occupando anche il ministero della Difesa.

In ogni caso, è probabile che ulteriori particolari emergeranno nei prossimo giorni, quando si sapranno ancora ulteriori particolari e saranno acquisiti altri elementi. Perchè ci saranno altri incontri e sicuramente si potrà avere molto più chiaro il quadro della situazione e chiarire i dubbi che ancora persistono.

©RIPRODUZIONE RISERVATA