Blocco navale, chiesta condanna

Rischiano i disoccupati che per protesta ostacolarono l’attracco dei traghetti

Visto che siamo stati “mandati per il mare” ci gettiamo in mare: era il luglio del 2010 quando con questo slogan un gruppo di disoccupati, corsisti salernitani del progetto “Conoscenza e lavoro” , mise in atto una clamorosa protesta gettandosi in acqua ostacolando così l’attracco dei traghetti provenienti dalla Costa amalfitana e ritardando anche le successive partenze. Adesso per loro è arrivata la richiesta di condanna con l’accusa di interruzione di pubblico servizio. Il pubblico ministero ha chiesto per i sette imputati una condanna a un mese, su cui il giudice Zunica si pronuncerà a maggio dopo avere ascoltato le arringhe degli avvocati. Tra le argomentazioni del collegio difensivo (di cui fanno parte Valentina Restaino, Marina Manconi, Emiliano Torre e Maurizio De Feo) la qualificazione del collegamento marittimo intercostiero come servizio pubblico, in quanto esercitato da società privata.

La protesta avvenne al porto turistico Masuccio Salernitano. Fu uno degli ultimi atti diuna mobilitazione che da circa un anno contrapponevano a Provincia e Prefettura il movimento che difendeva gli interessi dei corsisti. Al prefetto e alla presidenza di Palazzo Sant’Agostino si chiedeva che fossero recuperati i 2 milioni e mezzo di euro dei fondi europei 2007/2013 destinati all’attivazione delle esperienze lavorative previste dal progetto di inserimento occupazionale a cui un gruppo di disoccupati salernitani aveva preso parte con la speranza di percepire, prima o poi, uno stipendio. Dopo i cortei, le manifestazioni di piazza, i presìdi dinanzi ai palazzi istituzionali, i corsisti decisero di mettere in atto la singolare protesta in acqua per chiedere tempi certi dopo un rimpallo di responsabilità che faceva leva sulla mancanza di fondi. Nella mattina del 22 luglio un gruppo di manifestanti si gettò a mare davanti al molo turistico e costrinse alla mobilitazione Guardia costiera e altre forze dell’ordine. Alcuni furono identificati e ora per sette di loro è arrivata la richiesta di pena. La sentenza è prevista per il 5 maggio.

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