Bloccato l’abbattimento a Casa Costa

La decisione dei giudici può rappresentare un precedente importante e aprire la strada alla tesi sostenuta dal Comune

È stato sospeso l’abbattimento di un immobile abusivo, previsto per domani a Casa Costa, nella frazione di San Cesareo.

Lo ha disposto lo scorso giovedì la Corte di Appello di Salerno, che ha sospeso «provvisoriamente l’efficacia dell’ordine di demolizione e dell’ordine di esecuzione dell’abbattimento emessi dalla Procura generale di Salerno» e fissato «l’udienza in Camera di Consiglio per il prossimo 11 maggio» per decidere nel merito sul ricorso presentato dal Comune di Cava.

Questo perché per l’immobile, che appare come prima casa per la famiglia che lo occupa, il Comune sta facendo richiesta di acquisizione al patrimonio comunale, anche alla luce dell’ordinanza dello scorso novembre emessa dal Tar della Campania – sezione distaccata di Salerno - a cui si era rivolto lo stesso ente comunale.

Nel provvedimento il Tribunale amministrativo invitava la Soprintendenza ad applicare il regolamento che si era data da sé e che è stato approvato nella conferenza dei servizi del 3 dicembre 2013. Il regolamento enumerava i criteri di cui tenere conto per l’acquisizione al patrimonio, da parte dell’ente, di un’immobile edificato in zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Tra questi vi è una disposizione nella quale si stabilisce che bisogna tener conto del contesto in cui sorge la costruzione abusiva.

Quello di Casa Costa potrebbe essere un primo caso per sperimentare la validità della linea di condotta individuata dall’amministrazione per limitare – ma non eliminare – gli abbattimenti. Quando il sindaco Marco Galdi, lo scorso novembre, espose la valenza dell’ordinanza del Tar, aggiunse anche che le acquisizioni sarebbero state più facili e questo avrebbe consentito all’ente comunale di applicare la legge regionale 5/2013, secondo la quale le case acquisite al patrimonio possono essere date in affitto agli stessi abusivi che le abitano. Se la Corte d’Appello dovesse ritenere valide le argomentazioni fornite dall’amministrazione di Cava, la casa in questione, e altre di seguito, potrebbero diventare proprietà dell’ente locale e, quindi, non essere abbattute, ma date in fitto agli occupanti.

Il percorso da seguire, benché lungo e articolato, potrebbe dunque “sanare” la situazione di quanti vivono in case abusive, il cui numero non è stato ancora quantificato dagli uffici comunali.

Dello spiraglio aperto dal Tar, invece, non beneficerebbero alcune categorie di immobili realizzati in violazione delle normative, come quelli edificati in zona ad alto rischio idrogeologico o in zona di inedificabilità assoluta per il Piano urbanistico territoriale.

In quest’ultima categoria, peraltro, rientrerebbe un immobile di Sant’Anna che dovrebbe essere abbattuto giovedì prossimo. Insomma, una questione sicuramente complessa.

Alfonsina Caputano

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