IL DIVIETO

Bloccati gli scarichi a Fosso Imperatore: scatta l’ordinanza 

Nel mirino sono finiti i numerosi imprenditori della zona

NOCERA INFERIORE. Stop agli scarichi a Fosso Imperatore. Il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, ha firmato l’ordinanza che vieta lo sversamento di acque reflue e meteoriche nel canale della zona industriale. La decisione è stata presa ieri mattina, tra il disappunto degli imprenditori che sono dovuti ricorrere all’affitto di cisterne per la gestione delle acque del processo lavorativo.
Una prima tegola, in attesa che in queste ore venga messo un tappo alla tubatura, così come chiesto dal Consorzio di bonifica e reclamato dal sindaco del confinante Comune di San Valentino Torio. Michele Strianese, attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, l’altro giorno si era scagliato contro gli industriali definendoli «criminali» e chiedendo di «cementificare gli scarichi e capire chi sta continuando a sversare acqua di colore azzurro». Un’onta a cui ha replicato Rocco Mignano, presidente del Coifim: «Non siamo il bandito Giuliano». Il vertice del Consorzio degli imprenditori di Fosso Imperatore ha aggiunto: «Di chiunque siano le colpe, ora è necessario risolvere il problema». Un tentativo di mettere a tacere le polemiche, scaturite dalla presenza di acqua multicolore nel canale al confine tra i due comuni, e per ricondurre tutti sulla strada dell’operatività. A Strianese ha replicato Marcello Giorgio, direttore del Coifim: «Mi sembrano eccessive le sue parole. Si prende un obiettivo, per farsi pubblicità, e si butta loro addosso la croce». Giorgio ha detto di «essere disponibile a qualsiasi confronto per ottenere risultati, non per fare caciara». Il direttore del Consorzio è critico rispetto alla cementificazione degli scarichi: «Se sono io il colpevole, che mi si colpisca, ma non si può buttare a mare il bambino con tutta l’acqua sporca. Qui ci sono imprese che hanno processi produttivi monitorabili, possono controllarli tutti. Hanno commesse da imprese di rilievo nazionale, se continua la storia dovranno rifiutarla. Se si chiude il canale, in caso di pioggia, qui si allaga tutto e altri stabilimenti rischieranno di allagarsi. Bisogna fermare le lavorazioni? Ci sono almeno ottocento operai a rischio. Pensare di dover cementare tutto – ha aggiunto Giorgio – non solo significa far chiudere le aziende, ma in caso di temporale mettere in pericolo la pubblica incolumità». Non si guardi solo agli stabilimenti, dimenticando gli altri.
Nel canale incriminato non sversano solo le industrie: «Ci sono canali di bonifica che pervengono dall’esterno e si innestano nella conduttura di raccolta acque meteoriche. Inoltre, si pensa possa esserci qualche altra cosa in sottotraccia. Tutti gli scoli tra via Padula e via Caravaggio – ha chiosato il direttore Coifim – arrivano qui».

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