Blitz anti droga, sfilata silenziosa dal gip

Interrogati gli arrestati dell’inchiesta sul clan Cuomo. Hanno risposto solo Passamano e Stanzione negando ogni addebito

È stato il giorno degli interrogatori per gli arrestati nel corso della maxi inchiesta anticamorra “Un’altra storia”: ieri hanno sfilato davanti al gip Stefano Berni Canani, scegliendo in gran parte il silenzio. I soli a fornire spiegazioni, rispondendo alle domande, sono stati Mario Passamano, che ha respinto gli addebiti negando rapporti criminali con i fratelli Cuomo e ridimensionando la sua partecipazione alla rissa del maggio 2016, e Giuseppe Stanzione, che ha negato il coinvolgimento in vicende di spaccio con uno dei presunti capi, Giuseppe Bergaminelli, col quale ci sarebbe stato un debito pregresso a giustificare riferimenti a somme di denaro.

Uno dei fratelli Cuomo, Luigi, ha precisato con dichiarazioni spontanee la portata della spedizione punitiva contestatagli, eseguita nei confronti di un cittadino capoverdiano. Gli altri hanno scelto in maniera concorde la possibilità di non rispondere, evitando così di fatto l’interrogatorio di garanzia.

L’impianto accusatorio inquadra Michele Cuomo, ex affiliato al clan Contaldo e ora ritenuto leader di un’organizzazione criminale a Nocera Inferiore, a capo di una gang strutturata e in grado di imporre il controllo sul territorio, con attività illecite dallo smercio di auto rubate alla droga e alle estorsioni. Con Passamano al suo fianco, ritenuto dalle indagini una sorta di braccio destro, in passato coinvolto in blitz e indagini antidroga che lo qualificarono come “il re della coca”, il boss avrebbe orchestrato la sequenza di sparatorie, intimidazioni e momentanei accordi di pace con la cosca dei D’Elia, composta da quelli del quartiere Piedimonte, guagliuni pronti a impazzare per le strade di Nocera scatenando la contesa.

Gli avvocati difensori che compongono il collegio sono Gregorio Sorrento, Bonaventura Carrara, Carlo De Martino, Pietro Pasquali, Mario Gallo e Gianluca D’Ambrosi, pronti al ricorso al Tribunale del Riesame da fissare appena entro la fine di dicembre. Si tratterà dell'effettivo vaglio cautelare, che verificherà la tenuta dell’indagine svolta con un lavoro interforze che mette insieme gli uomini del commissariato di polizia di Nocera, i Ros dei carabinieri di Salerno guidati dal maggiore Mambor e il gruppo della squadra mobile della questura di Salerno al comando del dirigente Niglio. Le carte raccolte dagli inquirenti, coordinati dalla Procura distrettuale di Salerno, pm Senatore, documentano un lavoro avviato due anni fa, con legami tra il gruppo Cuomo, l’unico con i crismi del clan, e la camorra dell’area napoletana. Negli ultimi mesi, l’azione di guerra registrata nelle vie di Nocera avrebbe raggiunto un momento di raccordo per tirare le fila, in modo coordinato, costituendo un solo macrogruppo in grado di gestire gli affari illeciti.

Alfonso T. Guerritore

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