L'inchiesta

Bimbi nelle mani dei pedofili: genitori condannati a Rovella

Dodici anni e mezzo di carcere alla mamma, 13 al padre e 10 ai due amici coinvolti nelle violenze. Due maschietti e una femminuccia hanno subìto abusi sessuali e percosse. Caccia a un altro uomo

MONTECORVINO ROVELLA. Tredici anni di carcere per il padre, che ha abusato dei figlioletti e li ha consegnati nelle mani di altri pedofili. Dodici anni e mezzo per la mamma, che sapeva e non ha mai fatto nulla per impedire l’orrore, partecipando anche lei a una parte della violenza. Dieci anni e quattro mesi ai due amici del padre, un 51enne e un 57enne, che hanno coinvolto i bambini in giochi erotici fino ad abusarne. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dai giudici della terza sezione penale e chiude in primo grado quella che il giudice delle indagini preliminari, Dolores Zarone, definì «una vicenda di immenso degrado umano». Una vicenda che le indagini hanno consentito di ricostruire dal 2011, quando i bambini (due maschietti e una femminuccia) avevano tra i cinque e i tredici anni. Ma per il pubblico ministero Roberto Penna il contesto di violenza affonda le sue radici molto prima, con soprusi, percosse e punizioni severissime anche per un nonnulla. Nella sua requisitoria aveva chiesto che il genitore fosse condannato a quindici anni, anche per la lesione della milza provocata alla moglie con un calcio quando era incinta di un quinto figlio, una bambina a cui quel colpo avrebbe causato gravi lesioni al cervelletto. Da questa accusa l’uomo è stato assolto, mentre per il resto i giudici hanno confermato in pieno l’impianto della Procura, ricostruendo uno scenario di abusi ripetuti, in cui il padre dei bimbi (omettiamo il suo nome e quello degli altri condannati per evitare di identificare le vittime) avrebbe aperto le porte di casa ai pedofili, partecipando alle violenze e costringendo i figli anche a compiere atti sessuali tra loro. La sentenza che ieri ha definito le condanne ha pure disposto per i quattro imputati l’interdizione dai pubblici uffici e accolto le richieste delle parti civili rappresentate dagli avvocati Agostino Allegro, Maria Gabriella Gallevi e Raffaele Potolicchio, che hanno ottenuto per i bambini una provvisionale di centomila euro a garanzia del risarcimento del danno da quantificare in sede civile.

Ma il racconto dell’orrore potrebbe non essere ancora completo. Il pubblico ministero chiederà l’autorizzazione a una riapertura dell’inchiesta, per cercare di risalire all’identità di una persona di cui inizialmente i bambini avevano parlato e che nel corso delle indagini è stata forse confusa con un’altra della stessa cittadina, un uomo finito in carcere e poi scagionato. Che vi fosse un quarto uomo è testimoniato tra l’altro dal disegno di uno dei bimbi, che nel raccontare uno degli episodi ritrae il padre accanto a lui e alla sorellina mentre altri tre uomini erano distesi nudi sul letto. E quel quarto uomo gli inquirenti sono decisi a cercarlo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA