Bimba morta a due mesi In aula è sfida tra periti 

Udienza del processo d’appello alla madre di Pontecagnano accusata di infanticidio Sul cuscino del fasciatoio trovate tracce compatibili con i segni sul corpicino

PONTECAGNANO. Le tracce sul cuscino del fasciatoio sono compatibili con i segni sul corpicino della bimba. Entra nel vivo il dibattimento del processo sul presunto infanticidio avvenuto con la tecnica del “bambino scosso”. All’udienza di ieri, che si tiene dinanzi alla Corte di Assise di Salerno, hanno relazionato i due periti della pubblica accusa, rappresentata dai sostituti procuratori Roberto Penna e Francesca Fittipaldi.
Al banco testi è andato il professor Vittorio Fineschi. A processo c’è una donna di Pontecagnano, la mamma della piccola di due mesi morta nel mese di ottobre di tre anni fa, che deve difendersi dall’accusa di omicidio preterintenzionale. A giudizio sono chiamati anche il marito e la madre della presunta infanticida che rispondono invece di calunnia. Reato contestato anche alla mamma della neonata per aver addossato, in un primo momento, la colpa del decesso ai medici degli ospedali che ebbero in cura la figlia nei giorni che precedettero la morte avvenuta all’ospedale “Santobono” di Napoli. Secondo gli inquirenti, il padre e la nonna materna sapevano delle responsabilità della donna quando, subito dopo le radiografie che rivelarono le lesioni sulla piccola, sporsero denuncia puntando, di fatto, l’indice contro il personale sanitario.
I successivi esami radiografici, anche quelli dopo la morte, eseguiti dai consulenti nominati dalla procura di Salerno, rivelarono la presenza di lesioni a entrambe le tempie e ad alcune costole. Ad accorgersene furono i medici dell’ospedale pediatrico napoletano. Sarebbero queste le cause di un trauma patito dalla piccola due settimane prima del suo decesso. Le stesse che avrebbero condotto all’emorragia interna fatale. Gli esperti nominati dai magistrati parlano di uno scuotimento troppo violento del corpicino della piccola, senza escludere anche un impatto con delle superfici morbide, come un cuscino (quello del fasciatoio, si suppone), che provocano microemorragie.
Tutto il processo si fonda sulle consulenze mediche e sulle perizie sia dell’accusa sia della difesa. La famiglia chiamata a processo, che vive a Pontecagnano, è difesa dagli avvocati Danilo Laurino e Amerigo Montera. Per i periti della procura, la mamma esercitò un forte scuotimento alla bimba. Tale ipotesi sarebbe avvenuta sul fasciatoio che è coperto da un cuscino di spugna. Altri periti saranno adesso chiamati a discutere su quello che rappresenta l’aspetto cardine dell’impianto dell’accusa: lo scuotimento e il particolare del fasciatoio.(re. pro.)
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