Bianca, da via Lanzalone ai palcoscenici di Broadway

Impegno e sacrifici, poi la soddisfazione di due borse di studio a New York

Tutte le bambine che infilano per la prima volta scarpette e tutù in una scuola di danza sognano di esibirsi un giorno sui palchi di Broadway, distretto di New York celebre in tutto il mondo per i suoi teatri, i suoi spettacoli e i suoi musical. Ogni anno, da tutto il mondo, una schiera di ballerini sbarca all’ombra della Grande Mela con il suo carico di speranze; tra di loro, seguendo le orme di Roberto Bolle e Alessandra Ferri, c’è Bianca Delli Priscoli, venticinquenne salernitana che dal 2014 frequenta i corsi presso la celebre “The Ailey School”. «È davvero fantastico coltivare la propria passione e il proprio talento in quella che è la capitale mondiale della danza – confessa Bianca – Questo mi ripaga di anni di sacrifici e duro lavoro. Ogni volta che entro in scena, quando si alza il sipario, provo una sensazione indescrivibile: riaffiorano in me ricordi ed esperienze passate, sento scariche di adrenalina ovunque. È meraviglioso – aggiunge - riuscire a comunicare la propria energia e le proprie emozioni, attraverso il linguaggio del corpo, ad un pubblico che non parla la tua stessa lingua».

Gli inizi. Cresciuta alla scuola di Loredana Mutalipassi, che aprì “Artestudio” nei pressi di via Lanzalone, Bianca intuì sin da piccola, tra un volteggio e una piroetta, che quella che le sembrava un gioco sarebbe diventata la sua ragione di vita. «Il ballerino possiede una capacità espressiva fuori dal comune; è dotato inoltre di una straordinaria forza d’animo, necessaria per recuperare dalla stanchezza fisica e, soprattutto, mentale –spiega Bianca - Danzare significa spingere sempre al massimo e accettare qualunque sfida, andando così oltre i propri limiti». A 18 anni l’esordio con la compagnia Artestudio, con la quale ha girato l’Italia tra musical e spettacoli di danza moderna e contemporanea; a 21 il diploma in danza classica e moderna. «Dopo aver raggiunto questo primo, importante, traguardo decisi, con il fondamentale supporto della mia famiglia e della mia insegnante, di arricchire il mio percorso artistico iscrivendomi all’Accademia nazionale di danza di Roma». In questo periodo Bianca ebbe modo di confrontarsi con docenti e coreografi di fama internazionale; poi, nel 2011, la svolta. «Theresa Ruth Howard, donna di grande spessore umano e docente presso “The Ailey School”, adesso mia mentore, notò il mio talento durante uno stage e mi offrì l’opportunità di volare oltreoceano grazie ad una borsa di studio presso la scuola “Dance Theatre of Harlem” di New York. Probabilmente – aggiunge Bianca – questa è stata la più grande soddisfazione personale». Dopo questa prima esperienza, il ritorno negli States con un altro programma, supportato stavolta dalla prestigiosa “The Ailey School”. New York. L’impatto con la città che non dorme mai, con il suo fermento brulicante di attività, non è stato semplice. «New York mi ha affascinato e spaventato allo stesso tempo; sicuramente è il posto ideale per creativi ed artisti, ai quali offre quotidianamente nuove forme di ispirazione mediante mostre, concerti, performance dal vivo – racconta Bianca – E poi c’è Broadway con i suoi celeberrimi musical: sicuramente la mia zona preferita. È interessante vedere, poi, come tante culture, diverse tra loro, abbiano saputo mescolarsi e trovare una formula di convivenza pacifica. Tuttavia, i ritmi di New York sono frenetici – aggiunge – È una città che va sempre di corsa alla quale, a volte, non riesci a stare dietro.

Il sistema statunitense. L’approccio didattico alle arti performative negli Stati Uniti è diverso rispetto all’Italia. «Qui le discipline artistiche sono molto più presenti nei programmi scolastici, i bambini iniziano a studiarle sin da piccolissimi – spiega Bianca – Esistono poi numerosi istituti superiori dove si approfondiscono le arti performative, e tante università dedicano percorsi specifici allo studio della danza».

I progetti. Dopo tanta gavetta, a New York Bianca ha fatto il suo esordio da ballerina professionista, esibendosi nei teatri di Manhattan, come “The Ailey Citigroup Theater”, e di Long Island, ad esempio “The Huntington Center for Performing Arts”, con spettacoli di danza contemporanea e neoclassica quali “Vivaldi’s Four Seasons” e “Hair Spray”. Al momento è impegnata con la compagnia “Bianca Falco – Labilab Dance Company” per la realizzazione di “Terra dei fuochi – Land of fires”, un progetto focalizzato sulle conseguenze che l’inquinamento del suolo ha avuto sulla nostra terra. «Debutteremo a marzo in prima mondiale presso “La MaMa Theater, qui a New York. Sarebbe bello – si augura Bianca – presentare lo stesso spettacolo in Italia».

Il consiglio.Coltivare la passione per la danza in modo viscerale comporta molte rinunce, anche in termini di affetti familiari, come conferma la giovane salernitana. «Lo stile di vita di un ballerino va preso seriamente, non ammette tentennamenti. Bisogna credere fortemente in se stessi per raggiungere i traguardi prefissati – sottolinea Bianca – Fondamentale inoltre mantenere un atteggiamento umile ma aperto, non si smette mai di imparare dal confronto con gli altri». Poi, basta chiudere gli occhi e iniziare a danzare.

Alberto Gentile

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(Le storie di Roberto Paciullo,Caterina Vernieri, Dario Socci,Giacomo Vezzo, Luca Galdi, Andrea Giuseppe Melillo, Adele Amato, Eleonora Pierro, Simone Tortoriello e Simone Spagnuolo sono state pubblicate, rispettivamente, il 14, il 20, il 27 novembre, il 5, il 12, il 19 dicembre, il 24 dicembre 2016, il 2, il 9 e il 16 gennaio 2017).