Beni del Comune in vendita: il mistero dell’inceneritore

Nessuno è interessato all’acquisto della vecchia struttura e non esiste un progetto credibile per la riqualificazione

Finisce sempre più sul fondo del dimenticatoio l’ex inceneritore di via delle Arti e dei Mestieri. Mentre infatti a Palazzo di Città si discute del destino degli immobili comunali interessati dai finanziamenti Più Europa, un grande punto interrogativo resta sulla mastodontica struttura – da anni abbandonata – che sorge al confine della frazione di Santa Lucia e attualmente fuori da ogni progetto amministrativo, sia esso di riqualificazione, alienazione o abbattimento.

Stupisce che l’inceneritore sia fuori da ogni documento pubblico recente. Non solo infatti non compare nel piano degli immobili che nell’arco del 2016 l’amministrazione intende cedere o recuperare, ma nemmeno nelle documentazioni prodotte dall’amministrazione precedente. L’ultima determina dirigenziale di cui è oggetto l’inceneritore risale infatti al 2009, quando cioè venne approvato lo schema di contratto per concessione di parte dell’area per l’installazione di una stazione radio base. Vero è che non si può parlare, quindi, di vuoto a perdere considerato che la struttura, stando all’elenco degli immobili di proprietà comunale, frutterebbe alle casse di Palazzo di Città quasi 30 mila euro all’anno proprio per l’affitto incassato dalla presenza dell’antenna radio installata in cima all’edificio. Ma oltre a reggere un ricevitore null’altro, e intanto il destino dell’inceneritore è diventato un vero e proprio mistero. Si era vociferato di una destinazione provvisoria per i materiali in amianto rivenuti sul territorio in attesa di essere smaltiti: una proposta però che aveva lasciato il tempo che trova considerata la densità urbanistica dell’area e che già anni addietro era stata proprio la funzione principale dell’immobile a sollevare le polemiche dei cittadini residenti preoccupati delle ripercussioni che i fumi emessi avrebbero avuto sulla loro salute.

L’inceneritore infatti funzionò solo dal 1975 al 1978 perché nell’arco di poco più di tre anni innumerevoli furono i danni ambientali provocati dallo smaltimento dei rifiuti tramite combustione. Nell’aria vennero disseminate, mediante l’utilizzo di forni a gas e due ciminiere, quantità incalcolabili di sostanze tossiche provocando malattie e decessi. Oggi, dopo quasi quarant’anni, l’impianto risulta dunque abbandonato. Nel giugno del 2012, quando venne sostenuto il progetto di un’associazione impegnata nell’abbellimento di spazi urbani abbandonati. Ma non si andò oltre i murales.

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