L’inchiesta 

Beni archeologici in casa, donna a giudizio

Coppe, oggetti ornamentali, coperchi e miniature di ceramica, statuine e raffigurazioni di animali, olpe, askos e altri oggetti di vernice nera, tutto di produzione ellenistica, arrivate direttamente...

Coppe, oggetti ornamentali, coperchi e miniature di ceramica, statuine e raffigurazioni di animali, olpe, askos e altri oggetti di vernice nera, tutto di produzione ellenistica, arrivate direttamente dall’antica Grecia, e poi lucerne in terracotta di età arcaica e romana.
Sono questi i reperti rinvenuti e periziati nell’abitazione e nelle pertinenze di proprietà di Concetta Bozzetto, 66enne cavese, finita a giudizio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Nocera Inferiore Franco Russo Guarro con l’accusa di violazione del decreto legislativo 42 del 2004 che disciplina i beni culturali e paesaggistici dello Stato.
L’indagine, molto più ampia, risale al 2015 e fu svolta dai carabinieri del Tpc di Napoli, impegnati nella tutela del patrimonio culturale, col coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. L’inventario dei beni sequestrati comprende oggetti di avorio e osso, pesi da Groma di età romana, monete intere e in pezzi di bronzo, ami in bronzo, elementi e unguentari e tanti altri oggetti.
«Gli oggetti esaminati sono tutti antichi - recita il testo della perizia svolta su disposizione della Procura di Nocera Inferiore - di interesse archeologico, mentre i falsi sono moderni a fini commerciali, mentre quelli autentici rappresentano opere di interesse artistico, storico ed archeologico». L’accertamento tecnico fu eseguito da Enrico Stanco, funzionario archeologo della Soprintendenza per i beni archeologici della Campania.
La donna, finita sotto processo e assistita dall’avvocato Silverio Sica del Foro di Salerno, dovrà difendersi dalle accuse contestate e giustificare il possesso del materiale illecito, ritenuto provento probabile di un giro di traffico di beni archeologici sottoposti a tutela specifica: il materiale in questione è sottoposto a sequestro probatorio su ordine della Procura. (a. t. g.)